La via Claudia Augusta

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Dal Seinaga al Noce lungo la via Claudia Augusta in Trentino.
35 pannelli con immagini, disegni, cartografia e testi che illustrano gli aspetti archeologici, paesaggistici e culturali di uno dei tratti più suggestivi della via romana, da Castello Tesino sino a Mezzocorona.

Tutto l'arco alpino che a ventaglio chiude a nord la Penisola Italica, dalle Alpi Marittime alle Giulie, dalla Provenza alla Slovenia, è segnato da una rete di strade, molte delle quali furono aperte o erano già in uso in epoca romana. Tra queste, in corrispondenza delle Alpi Retiche, i romani aprirono la più monumentale delle strade transalpine: la via Claudia Augusta. Era questa una via di fondamentale importanza che con i suoi 520 chilometri (pari a 350 mila passuum) collegava direttamente la pianura del Po con quella del Danubio: un ponte tra la civiltà latina e quella germanica. La via Claudia fu tracciata nel 15 a.C. da Druso Maggiore allorché, con il fratello Tiberio, avviò la campagna militare per la conquista della Rezia e della Vindelicia. La strada fu ultimata 60 anni dopo, nel 47 d.C. dall'imperatore Claudio, dal quale prese il nome.
Fu dunque una protostrada della moderna Europa. Una via che non perse la sua importanza anche quando nuove esigenze sociali e politiche portarono a significative modifiche del tracciato rendendolo più spedito e adatto alle mutate realtà.
Partiva da Altino, importante porto sulla laguna veneta, e risaliva i fiumi Piave, Brenta e Adige, quindi, superato a 1504 metri il Passo di Resia, scendeva lungo le valli dell'Inn e del Lech affluenti del Danubio. Nel suo tragitto toccava il municipium di Feltre, la mansio di Borgo Valsugana, il municipium di Trento, la stazione doganale di Merano. Nei pressi di Rablà lasciava il territorio della Decima Regio Italica ed entrava nella provincia della Rezia. Valicato il Resia, incontrava Landeck, Füssen, Epfach ed Augsburg, città fondata in onore di Augusto. Quindi raggiungeva la sponda destra del Danubio a Burghöfe.
Nata come strada militare, accentuò questa sua caratteristica di direttrice preferenziale verso il limes germanicus (confine fortificato a nord del Danubio) specie dopo la terribile sconfitta subita nel 9 d.C. da Quintilio Varo a Teutoburgo, in Bassa Sassonia, che fermò l'espansione romana a nord lungo il confine segnato dai fiumi Reno e Danubio. Il primitivo tracciato della Claudia fu quasi certamente superato dagli eventi già nel corso del I d.C. e della via si perse perfino il ricordo.
Poi i ritrovamenti di Rablà (1552), di Clesio (1786) e di Lermoos (1995) ne certificarono l'esistenza e l'importanza che essa riveste per comprendere una grande pagina della storia europea.


organization: APT Valsugana - Società Archeologica Claudia Augusta - Comune di Levico