Le notti bianche

Teatro

Aria Teatro
Le notti bianche
regia di Giuseppe Amato
tratto da Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij
con Giuseppe Amato e Chiara Benedetti

“Le notti bianche”, tratto dal racconto omonimo di Fëdor Dostoevskij, messo in scena dalla compagnia ariaTeatro, vede la partecipazione di Chiara Benedetti e, nella duplice veste di attore e regista, Giuseppe Amato. Una favola al contrario, dove il lieto fine è il punto di inizio, e la crudeltà degli eventi una costante ineluttabile. La storia si svolge interamente in quattro notti in una stradina dispersa di San Pietroburgo, dove i due protagonisti si incontrano, per caso, e nel giro di pochi minuti si “riconosceranno”.

L'uomo delle Notti Bianche, è immerso in un mondo tra realtà e sogno, tra il regno fantastico e il cupo mondo, tuttavia questa terra delle nebbie è sì felice, ma contiene anche un bruciante veleno: esiste ancora la speranza, in questo sognare, di trovare un'anima inviata all'eternità e destinata a lui solo. Si chiama Nasten'ka. Lui la vede mentre piange appoggiata alla ringhiera del lungofiume. Ma quale sofferenza avrebbe atteso il sognatore fuori dal paradiso dell'illusione. La fuga da tutto su cui aveva fondato la sua vita altro non è che l'espressione di una protesta ininterrotta , la ricerca inconciliabile e assoluta che l'uomo contemporaneo compie, per raggiungere quel pezzo di libertà, che riesce a trovare solo nella dimensione dell'ideale.
Ci sono certi luoghi, che se visti con certi occhi, in certe ore della giornata, diventano nostri; noi li catturiamo con egoismo, e poi li nascondiamo dentro di noi. Durante le lunghe ore di solitudine, attraversiamo paesi lontani e viviamo in epoche remote. I ricami di una vita insolita e misteriosa, quella di un uomo che ancora sogna, sfiorano senza ferire, la semplice esistenza di una giovane fanciulla che rascorre i giorni legata a sua nonna con una spilla da balia. La sua soavità incontra un torturato e pesantissimo cuore, e ne ride di curiosità e tenerezza.
Le Notti Bianche racconta i suoni di quella risata; una favola al contrario, dove il lieto fine è il punto di inizio, e la crudeltà degli eventi una costante ineluttabile; mentre la grande città assiste a tutto questo con assennato respiro.