Master Shakespeare

Teatro

Terzo appuntamento della nona edizione del Festival Internazionale Mezzano Romantica, diretto da Francesco Schweizer: in scena Master Shakespeare, un monologo ironico, grottesco e commovente, che attraversa l’intera opera di William Shakespeare. Giulio Federico Janni, regista e interprete, vestirà i panni di un personaggio realmente esistito, Anew McMaster (1894-1962), l’ultimo dei grandi capocomici britannici, mai apparso al cinema o in televisione.

Sul palco di Master Shakespeare il vecchio attore Anew McMaster è ormai prossimo a lasciare la scena, incapace di resistere alla prepotente ascesa del grande e piccolo schermo: la sua intera esistenza dedicata al Teatro non è stata altro che un passare da un palcoscenico al successivo, da una replica all’altra. La povertà, la vita rocambolesca di tournée, i trionfi e i flop di una intera carriera vengono raccontati con leggerezza, amarezza e nostalgia dal più intimo McMaster, che vive solo nelle parole dei grandi personaggi che ha portato al pubblico per decenni. Shakespeare, sembra dirci l’anziano capocomico, fa parte della nostra vita: ne interpreta i più grandi drammi, ne esaudisce i più inconfessabili desideri, ne svela i più raccapriccianti segreti. È per questo che solo attraverso il suo dramma le emozioni traspaiono: solo con quelle parole, tanto impalpabili quanto gravi, si riesce a esprimere l’umanità. Le parole di Shakespeare, le uniche attraverso le quali MacMaster riesce a esprimere i suoi sentimenti, scorrono impalpabili e pesanti dalle labbra dell’attore, che le rende all’orecchio fluente parte di un racconto sulla vita, i suoi successi e i suoi fallimenti, le sue piccolezze e i suoi atti eroici, l’amicizia e l’amore. Shakespeare interpreta la nostra stessa vita vissuta: dalla passione al tradimento, dal desiderio alla delusione, dall’omicidio alla generosità ogni più piccola emozione e azione umana è stata studiata, eviscerata, portata in scena in uno dei suoi drammi. È questa la grandezza che rende immortale la poetica di quello che a ragione può essere definito ancora come il più autorevole drammaturgo della cultura occidentale. Un’intensa interpretazione, quella di Giulio Federico Janni, sentita e commovente, a tratti grottesca ma mai scontata, che permette agli spettatori di godere della poetica shakespeariana senza gli orpelli di una solennità spesso affibbiata - a torto - al grande autore inglese.