Mio zio
Al centro di un quartiere moderno sorge la villa ultramoderna e imponente del signor Arpel, che vi abita con la moglie ed il figlio Gèrard, di nove anni. Il signor Arpel, ricco industriale e Presidente della società "Pastac", è il perfetto tipo del borghese che la posizione e l'agiatezza rendono importante. La sua esistenza perfettamente ordinata sarebbe ammissibile se gli lasciasse la possibilità di abbandonare, almeno per un istante, i problemi connessi con la sua attività d'industriale per dedicarsi a quelli più semplici creati dalla vitalità di suo figlio Gèrard. Anche la mamma, la signora Arpel, trascura il bambino perché il suo tempo e le sue energie sono dedicati completamente al compito di mettere in ordine e pulire continuamente e perfettamente la casa. In questo ambiente di perfezione appare frequentemente il fratello della signora Arpel, lo zio Hulot, per il quale Gèrard mostra una predilezione che desta la gelosia del signor Arpel. Lo zio Hulot è molto differente dai coniugi Arpel: vive con grande semplicità e quando viene a cercare Gèrard il piccolo ne è felice perché sa che lo zio lo farà uscire dalla monotonia della sua vita dove tutto è previsto e tutto si ripete automaticamente. Per sottrarre Gèrard all'influenza di questo zio così poco conformista, il signor Arpel dà a Hulot un posto nella sua industria mentre la signora Arpel pensa di dargli in moglie una sua vicina. Ma questi tentativi non hanno il successo sperato e il signor Arpel prende una decisione radicale: Hulot sarà un rappresentante della società all'estero. Tutta la famiglia lo accompagna alla stazione e gli addii sono rapidi, ma uscendo dalla stazione il signor Arpel inconsciamente ritrova l'attitudine familiare di Hulot verso Gèrard.
Ingresso gratuito con tessera associativa FIC.