OHT - Frankenstein / reading session
reading session – Feminist Futures School
Per la prima volta OHT si confronta con un classico della letteratura occidentale; Frankenstein o il moderno Prometeo, intercettando la storia di Shelley nel momento in cui Frankenstein e la creatura si trovano sul monte Bianco, in quei territori alpini prossimi alle sue linee di ricerca.
Pubblicato subito dopo l’eruzione vulcanica più potente mai registrata dall’uomo, Frankenstein non è solo un’icona letteraria ma, innanzitutto, una reazione all’anomalia climatica provocata dal vulcano Tambora in Indonesia. Secondo i climatologi l’eruzione provocò l’Anno-Senza-Estate; un periodo distopico in cui la nebbia sulfurea offuscò la stratosfera e abbassò le temperature provocando violenti e continui temporali con notevoli danni all’agricoltura e conseguenti carestie. In quell’atmosfera Mary Shelley scrisse Frankenstein, mito in cui i paesaggi esteriori si confondono con quelli interiori: gli strapiombi del monte Bianco diventano vertigini intime e personali nell’incontro fra il mostro e il suo creatore e mentre il demone impara ad abitare paesaggi impervi, Victor Frankenstein non sembra più in controllo di ciò che lo circonda. La radicalità del lavoro di Shelley si materializza così nell’emancipazione della creatura. Inaspettatamente, Frankenstein si rivela come un veemente e contemporaneo romanzo di formazione [Bildungsroman].
Incastrato dai limiti della tassonomia culturale, l’interpretazione di Frankenstein [che è in realtà il creatore e non la creatura come si tende a credere] ha sempre prevalso su quella del mostro anche se il cuore, emotivo-neurologico-e-letterario del libro, sta nell’apprendimento da parte della creatura di se stesso, del linguaggio e del mondo. È da questo scarto, da questa esclusione, che nasce il lavoro di OHT; per la prima volta è il mostro a parlare, e prende la parola non come escluso ma come artefice del nostro immaginario.
A partire dal libro come generatore di una rete di relazioni, il workshop prenderà la forma di un reading collettivo. Operando affondi nel testo o scarti da esso e seguendo le linee di ricerca drammaturgica individuate da OHT, la lettura collettiva sperimenterà la creazione di spazi di circolazione di pensieri, permettendo l’emersione e la condivisione di parte del materiale di ricerca che solitamente resta sepolto.