Omaggio a Marco Berlanda
A un anno dalla sua scomparsa La Cerchia presenta la rassegna “Omaggio a Marco Berlanda”. Il progetto espositivo si sviluppa in due sedi: nella Sala Thun di Torre Mirana, dal 13 al 28 ottobre, e, presso lo Spazio Foyer (a Trento, in via Galilei 26), dal 19 ottobre al 3 novembre 2023.
Una mostra che non vuole proporsi come una esaustiva rassegna monografica: per questo occorrerebbe uno spazio più ampio ed è ancora prematura. È piuttosto una esposizione concepita per sottolineare alcuni momenti significativi del suo percorso artistico e, nel contempo, testimoniare il legame che lo univa a La Cerchia, coni cui ha condiviso le esperienze per diversi decenni.
Per questi motivi nella sala Thun, viene presentata una selezione di dipinti di Marco Berlanda che vanno dal 1980 al 2015. Accanto a questi sono esposte opere inedite degli artisti de La Cerchia liberamente ispirate alla sua figura e al suo immaginario visivo. Mentre allo Spazio Foyer verrà proposta la sua ricerca artistica nel campo della grafica con opere realizzate a carboncino, china e nella tecnica della puntasecca.
Una sezione che riteniamo importante in quanto privilegia il segno, elemento all’origine del suo percorso e che ne costituisce, per molti versi, il filo conduttore.
Quello di Marco Berlanda è un linguaggio che sembra, fin dall’inizio, nascere da una urgenza interiore piuttosto che da modelli esterni.
Una necessità che si misura, senza nessuna soggezione, con i vincoli di un fare che si fa interazione tra lo sguardo, la mano e il gesto. Dove il gesto dinamico, attraverso il segno, si fa forma compiuta. Il tutto avviene in uno spazio bidimensionale, frontale, senza preoccupazioni descrittive o di resa di un’illusoria profondità, ma tuttavia capace di evocare la mobilità dello sguardo dell’artista e, di conseguenza, dell’osservatore. All’inizio il segno domina in un
contesto quasi monocromatico.
Il colore è presente all’interno di campiture precedentemente definite dal segno, oppure come sfondo, con effetti di spugnatura materici. In seguito, con l’uso degli smalti al posto della tempera, acquista decisamente più evidenza, con tonalità accese e con stesure che, nel ripetersi dell’atto, acquistano una certa grumosa corporeità.
Quella di Marco Berlanda è una vocazione, per vari motivi, tardiva. La sua passione per la pratica dell’arte trova spazio per la prima volta nel 1975, quando entra a far parte del Gruppo arti Visuali.
Uno spazio/laboratorio collettivo, dove, sotto la guida di Mariano Fracalossi, trova per la prima volta la possibilità di esprimere il suo immaginario mettendo a punto, con la pratica, un suo originale linguaggio visivo.
Del 1978 è la sua prima personale alla Galleria Fogolino. Nel 1986 entra far parte de La Cerchia di cui condividerà le esperienze per diversi decenni. Da allora le occasioni espositive sono innumerevoli.
Ricordiamo solo le partecipazioni al Premio Nazionale Arti Naives, a Luzzara (due volte premiato), la mostra alla Galleria Civica di Trento nel 2007, la mostra con Paolo Dolzan a Palazzo Trentini nel 2016, ancora a Trento, e la partecipazione (con una sala a lui dedicata) ad una mostra dedicata a Pietro Ghizzardi, presso la Galerie Christian Berst, nel 2011, a Parigi.
Il gruppo La Cerchia è costituito da Luisa Bifulco, Carla Caldonazzi, Paolo Dalponte, Bruno Degasperi, Elisabetta Doniselli, Domenico Ferrari, Adriano Fracalossi, Silvio Magnini, Pierluigi Negriolli, Roberto Piazza, Roberto Segati, Stefania Simeoni, Giulia Tamanini, Giorgio Tomasi, Ilario Tomasi, Elisa Zeni.
La mostra è corredata da un catalogo con riproduzione delle opere e testi critici di Adriano Fracalossi e Elisabetta Doniselli.
organizzazione: La Cerchia