Patria - Compagnia Zappalà
Concepito nel 2013 con il titolo “Anticorpi”, dal 2017 lo spettacolo cambia in “Patria”. Zappalà vuole così dare peso e rilevanza a quelle situazioni scenico/coreografiche già presenti, e così “rileggere” il concetto di patria alla luce della situazione attuale dove “globalizzazione e immigrazione fanno emergere tutta la fragilità delle democrazie e dei valori liberali, mentre spinte populistiche ne destabilizzano i fondamenti politici e sociali”.
Il linguaggio coreografico si sviluppa in una partitura convulsa e minuziosa con i danzatori della compagnia sul palcoscenico/vetrino che replicano e ritrasmettono l’apparente caoticità di virus microscopici; ma, come nella vita, il caos è organizzato e i danzatori si disperdono e si allontanano da un centro vorticoso per poi ritornarvi alla ricerca di un suolo/approdo che non è soltanto quello interno al palcoscenico ma anche il “soli” di un diritto ingiustamente negato. E, se in laboratorio spesso si utilizzano liquidi di contrasto per meglio scoprire e seguire nuovi percorsi della materia che si intende analizzare, allo stesso modo, in Patria, un preludio di Bach e uno scioglilingua siciliano ripetuto come un mantra si insinuano nel tessuto percussivo/ossessivo della musica elettronica per indicare nuovi percorsi estetici e narrativi. Una creazione sull’appartenenza declinata dal corpo/voce dei danzatori attraverso quelle manifestazioni assolute di appartenenza che sono gli inni; appartenenza che è inclusività e non a caso a quelli nazionali (italiano, francese e inglese) si contrappone l’Inno alla Gioia della Nona non solo come inno dell’Unione Europea ma soprattutto come espressione universale di fratellanza (“questo bacio vada al mondo intero” dice il testo di Schiller).
Un monito contro la “retorica nazionale” così come un’esortazione allo stare in guardia è lo scioglilingua dialettale, dove anche l’azione apparentemente più banale può avere, in una progressione all’apocalisse tipica delle comiche da due rulli di Laurel e Hardy, delle conseguenze catastrofiche. Un monito che ci riguarda tutti nel nostro agire quotidiano, ed un’esortazione a non dimenticare il finale de “Le città invisibili” di Calvino, sperando di riuscire sempre a distinguere nell’inferno/mondo che ci circonda “quello che inferno non è, e dargli spazio.”
In Patria, rispetto ad Anticorpi, si rafforza così l’aspetto del progetto originario ”Sudvirus” relativo all’appartenenza, trait-d’union con il progetto successivo del coreografo “Transiti Humanitatis”. Un’appartenenza che non è esclusività ma partecipazione, perché “patria” è una parola singolare ma che andrebbe sempre declinata al plurale. Così come “umanità”.
Perché, in qualche modo, siamo tutti esuli e “la patria non è un luogo fisico ma un bisogno che si sposta” ( Richard Sennett – “Lo straniero”)
Compagnia Zappalà Danza
P A T R I A
un bisogno che si sposta
terza tappa del progetto Sudvirus e prologo di Transiti Humanitatis
da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà
coreografie Roberto Zappalà
danzatori Filippo Domini, Anna Forzutti, Fernando Roldan Ferrer, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi, Erik Zarcone
si ringraziano i danzatori per la preziosa collaborazione alla costruzione luci e costumi Roberto Zappalà
direttore tecnico Sammy Torrisi
musiche varie (M. Herbert, A. Vivaldi, N. Paganini, L V Beethoven, J. S. Bach, J. Haydn) – effetti sonori Salvo Noto
direttore tecnico: Sammy Torrisi | assistente di produzione: Federica Cincotti |
management: Vittorio Stasi | ufficio stampa nazionale: Veronica Pitea | direzione generale: Maria Inguscio
una produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro di Produzione della Danza in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza (Reggio Emilia)
Il progetto Sudvirus è stato realizzato in collaborazione con
GoteborgsOperan Danskompani e Civitanova Danza/Amat
con il sostegno di MIC Ministero della Cultura e del Turismo e Regione Siciliana Ass.to al Turismo, Sport e Spettacolo
prima assoluta: 2 maggio 2013 Fonderia/Fondazione Nazionale della Danza
spettacoli in programma a Trento, è possibile sottoscrivere un abbonamento ai 3 spettacoli previsti al Teatro Sociale ad un prezzo tra i 22 e i 45 euro.
la grande danza a Trento è di scena anche al Teatro SanbàPolis, ed ecco spiegata l’imperdibile nuova offerta di abbonamento: 6 spettacoli (3 al Teatro Sociale + 3 al Teatro SanbàPolis) ad un costo tra i 37 e i 60 euro.
Come di consueto è prevista una riduzione per gli Under 26 e per gli studenti universitari.
E’ inoltre possibile sottoscrivere un abbonamento anche per i 3 spettacoli al Teatro SanbàPolis ad un costo compreso tra i 16 e i 22 euro.
Abbonamento disponibile anche per i 3 appuntamenti di Rovereto, ad un prezzo tra i 16 e i 22 euro.
Per quanto riguarda Bolzano, infine, è possibile sottoscrivere un abbonamento comprendente i 3 spettacoli ad un costo tra i 22 e i 45 euro.
A partire da sabato 8 gennaio sarà possibile rinnovare il proprio abbonamento, mentre sabato 15 gennaio partirà la campagna per i nuovi abbonamenti.
Biglietti in vendita da sabato 15 gennaio per gli spettacoli al SanbàPolis e al Melotti, e dal 5 marzo per quelli in programma al Sociale, disponibili presso la biglietteria del Teatro Auditorium (lun-sab, 10-13, 15-19).
Abbonamenti e biglietti acquistabili anche online su www.primiallaprima.it a partire dal giorno stesso di inizio della vendita in biglietteria.
obbligatorio essere muniti del Green Pass rafforzato.
obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 per tutti gli spettacoli che si svolgono al chiuso o all’aperto negli spazi del Centro e il divieto di consumo di cibi e bevande.
In caso di indisponibilità del Green pass rafforzato non sarà possibile accedere agli spazi.