Percorsi d'arte in Valsugana

Convegno

Percorsi d’arte in Valsugana.
Relatore Vittorio Fabris

Mercoledì 20 agosto alle 21.00, a Levico Terme, nel Salone del Palazzo delle Terme (Viale Vittorio Emanuele 10) si tiene l’incontro “Percorsi d’arte in Valsugana”. Interviene Vittorio Fabris. Nel corso dell’incontro, a illustrare la narrazione, saranno proiettate riproduzioni delle opere d’arte.

Il periodo storico-artistico preso in esame va dalla seconda metà del XIII alla metà del XVI secolo. Si tratta di testimonianze architettoniche per lo più di tipo religioso quali chiese, cappelle, oratori, eremi, completati in più d’un caso da veri e propri cicli di affreschi dipinti sia all’interno che all’esterno.

Le prime manifestazioni artistiche di un certo rilievo in Valsugana, escludendo cioè quei prodotti archeologici come bronzetti, spille, gioielli, armi, vasellame, ecc., risultato di ritrovamenti casuali o di ricerche mirate, risalgono grosso modo ad un periodo compreso tra il XII e il XIII secolo. Si tratta, nello specifico, dell’Eremo di San Lorenzo all’Armentera, della chiesa di Sant’Ermete a Calceranica che, secondo l’immaginario popolare, confermato però dai ritrovamenti archeologici, sarebbe stata originariamente un tempio pagano dedicato a Diana.

Anche la chiesa di Santa Brigida, che sorge su di un colle nei pressi di Roncegno, dopo la scoperta di affreschi stilisticamente affini a quelli della fase più antica di San Lorenzo (seconda metà del XIII secolo), potrebbe essere accumunata come origine alle due citate.
È comunque intorno al XIII secolo che sorgono in Valsugana, in luoghi isolati e militarmente strategici, tutta una serie di chiese di piccole dimensioni, costituite generalmente da un’unica aula rettangolare coperta da un tetto a capriate e terminante, in qualche caso, con un’abside semicircolare. La maggior parte di questi edifici divennero poi nel corso della loro storia degli eremitaggi con la costruzione nei pressi della chiesa di un romitorio dove alloggiava l’eremita. Si conoscono in Valsugana i nomi di molti eremitaggi come San Lorenzo all’Armentera, il più celebre e il più antico, San Vendemiano a Fracena, Santa Margherita a Castelnuovo, Santa Brigida a Roncegno, San Silvestro a Marter, San Biagio a Levico e San Valentino sul Colle di Brenta a Caldonazzo.
Parallelamente alla sua storia politica ed economica la Valsugana, data la sua particolare posizione di territorio cerniera tra mondo veneto e mondo alpino, è stata oggetto nel periodo preso in considerazione di un flusso continuo di artisti itineranti, provenienti per lo più dal vicino Veneto ma anche dalla regione Atesina e dal Nord.

Tra la seconda metà del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento vengono ampliate o riedificate molte delle chiese della Valsugana. Lo stile e i modelli costruttivi sono quelli del tardogotico. Molte di queste costruzioni hanno un impianto a sala (Hallenkirche), cioè con tutte le navate (normalmente tre) a uguale altezza. Anche la pieve dell’Assunta di Fiera di Primiero, ampliata e ricostruita nel Quattrocento con le navate scalari, venne ridotta a sala verso la fine del secolo e consacrata dal Vescovo di Feltre Andrea Trevisano nel 1495.
Alla costruzione di queste chiese concorrono in egual misura maestranze nordiche e lombarde, quest’ultime ampiamente presenti nei vari cantieri aperti un po’ ovunque nel vicino Veneto e, soprattutto, nei grandi cantieri veneziani delle principali chiese e palazzi (Basiliche di San Marco, di San Zanipolo, dei Frari, Palazzo Ducale, ecc.).
In questi cantieri trentini, dove certamente dovevano lavorare anche maestranze locali, si assiste ad una ideale fusione di modi e culture di diversa provenienza: dal Nord Oltralpino, dalla Lombardia, dal Veneto e da altre regioni ancora.
Allo stesso modo sul piano pittorico avviene nei primi decenni del Cinquecento quella che potrebbe essere definita una vera e propria contaminazione tra influssi nordici, diffusi in Valle soprattutto dall’opera del pittore bavarese Corrado Waider, e influssi veneti riscontrabili nelle opere di alcuni pittori provenienti dal Vicentino, dal Feltrino o dal Bellunese. In questo particolare crogiolo si formano le poliedriche personalità di alcuni di pittori locali come Francesco Corradi di Borgo o il Secondo Maestro della Valsugana.
Sembra ormai da tutti accettata la paternità del Waider degli affreschi del presbiterio dell’antica chiesa di San Leonardo a Castelnuovo(1512 ca.), così come quelli presbiteriali della chiesa di San Mauro di Pinè e, forse, di Santo Stefano a Fornace. Allo stesso maestro va inoltre ascritto il bell’affresco con Sant’Anna Metterza dipinto sul secondo pilastro di sinistra della Pieve di Fiera di Primiero e datato 1501.