Praga, così vicina, così lontana
Alessandro De Vito, italo-ceco, è uno dei fondatore della casa editrice Miraggi, dove cura, anche in veste di traduttore, la collana di letteratura ceca “Nová Vlna”, che prende il nome dalla nouvelle vague di libertà e creatività artistica esplosa negli anni della Primavera di Praga. Figlio di due culture, ci offre un punto di vista interessante per riflettere su Praga, “così vicina, così lontana”.
Per chi si interessa di cultura europea, Praga è un nome e una meta da cui è impossibile prescindere per molti aspetti. Ma sorge spontaneamente chiedersi quanto siano davvero stretti o essenziali i legami tra Praga e le terre ceche e l’Italia, anche ora che ogni luogo d’Europa sembra (crisi pandemica permettendo) essere così facilmente raggiungibile.
Se invertiamo i termini espressi del titolo dell’incontro-dibattito, e diciamo: “Praga, così lontana, così vicina”, ritroviamo la situazione degli anni sessanta-settanta e fino all’89. Allora Praga era lontana, oltre la cosiddetta cortina di ferro: difficilmente raggiungibile, ostile. Mille sono gli aneddoti che potrebbero raccontare coloro che la frequentarono in quei decenni passati. Frontiere arcigne, cambio di denaro obbligatorio – un tanto per giorno di permanenza – da un lato e cambio “nero” dall’altro, i dissidenti – fino a personalità come il futuro presidente Václav Havel –, e un sistema poliziesco incombente e onnipresente. Ma erano anche così vicine, Praga e la Cecoslovacchia, nell’idea di molti che avevano a cuore le sue sorti, i suoi artisti, il suo esperimento politico di trasformazione del socialismo reale in un “socialismo dal volto umano”, come lo chiamò Alexander Dubček. Il che corrispondeva anche alle istanze di riforma che attraversavano la sinistra politica ben oltre l’ortodossia comunista.
Venendo al campo che è più vicino ad Alessandro De Vito, quello della letteratura (ma anche il cinema), gli intellettuali, gli scrittori, i cineasti e i drammaturghi, nell’impossibilità di esercitare una sorta di opposizione politica, costituirono di per sé, collettivamente e come individui, una effettiva opposizione al regime comunista, godendo di un consenso decisamente non marginale.
E Praga fu vicina e frequentata a lungo da italiani come il geniale Angelo Maria Ripellino, grazie al cui operato abbiamo potuto conoscere molte delle opere ceche tradotte negli anni sessanta e settanta, o per citarne un secondo, Vittorio Sermonti, il grande dantista che nel biennio 1967-68 visse nella capitale boema.
Abbiamo, con il centro dell’Europa, una storia comune, di cui si trovano esempi a ogni livello: architettura, musica, filosofia e scienza, e naturalmente destini storici e politici. La storia europea per secoli è stata un continuo miscelarsi e sovrapporsi di popoli, in guerra come in pace. Secondo De Vito, parte di questa coscienza è un po’ sottotraccia, come se la partizione ideale del Muro di Berlino in qualche maniera dispiegasse ancora i suoi effetti nella coscienza collettiva, sebbene siano passati più di trenta anni dal suo abbattimento.
Oggi preferiamo dire, come recita il titolo di questo incontro-dibattito, che Praga è vicina. Ce lo dice apparentemente il numero di turisti italiani che ne invadono le strade e affollano alberghi e birrerie e ristoranti. Ma se è così vicina, oggi, non è forse invece paradossalmente ancora più lontana?
Quanto di quella città e di quel paese conoscono gli italiani che si recano a Praga? A cosa si interessano? Purtroppo il turismo di massa è fatto di consumo più che di approfondimento, e persino la cultura si appiattisce nel mordi e fuggi, nello scattare i selfie davanti ai monumenti o nei luoghi storici, ma senza un effettivo interesse a scoprire qualcosa di più.
Di origine ceca, e avendo vissuto queste epoche, direttamente o di riflesso, Alessandro De Vito, quando ha fondato la casa editrice Miraggi e ha avuto la possibilità di dedicarsi anche alla letteratura ceca non ha esitato: per quanto “conosciuto”, era un mondo che “scopriva”, e che doveva e voleva far scoprire a chi gli stava intorno: per il valore letterario delle opere, ma anche per una più generale possibilità della divulgazione della cultura ceca in Italia. Non così lontana, appunto.
In questa avventura tra letteratura e un punto di vista diverso sulla comune storia europea, De Vito ha pubblicato e tradotto. Tra gli altri ha realizzato una nuova traduzione de Il bruciacadaveri di Ladislav Fuks, che affronta la nascita del nazismo con un singolare humour grottesco, e da cui è stato tratto il film omonimo, appena restaurato, che verrà proiettato in questa stessa rassegna venerdì 20 agosto (L’uomo che bruciava i cadaveri, di per la regia di Juraj Herz, “Sala Senesi” del Palazzo delle Terme, sempre alle ore 21,00).
In altri romanzi, sempre pubblicati da Miraggi, si affronta la questione ceco-tedesca, che può presentare una sorta di parallelo con l’esodo degli italiani di Dalmazia e Istria dopo la guerra. E ancora il racconto della società attraverso l’arte, il cinema e il romanzo. È così ardito accostare Bohumil Hrabal e Pier Paolo Pasolini? Negli stessi anni, in mondi e modi differenti, hanno scritto testi rivoluzionari quanto ai soggetti affrontati e alla ricerca sul linguaggio: la gente comune, le borgate, gli operai, i gerghi e i dialetti parlati dalle “persone reali”.
De Vito si è poi impegnato anche nel recupero di alcuni testi classici, tradotti e dimenticati o tradotti per la prima volta, e poi nella pubblicazione di autori contemporanei dotati di una forte voce, poetica, critica – peraltro in gran parte autrici, perché negli ultimi anni sono le scrittrici a fare da padrone nella letteratura ceca, per valore letterario, giudizi di critica e vendite.
Con la sua attività di traduttore e l’intrapresa editoriale De Vito fornisce un contributo importante per la conoscenza della cultura ceca nel nostro paese. Nell’incontro-dibattito che si terrà mercoledì 18 agosto alle ore 21,00 nella “Sala Senesi” del Palazzo delle Terme di Levico Terme, ci offrirà prospettive nuove su questa Praga “così vicina così lontana”, oltre che la condivisione delle sue esperienze. Introduce Fernando Orlandi.
In ottemperanza alle normative vigenti, per la partecipazione agli incontri è necessaria la prenotazione, inviando una mail all’indirizzo info@ba-csseo.org e indicando il proprio nome e cognome e numero di cellulare.
I partecipanti all’incontro dovranno esibire il Green Pass.
L’incontro-dibattito potrà essere seguito in diretta anche sulla piattaforma Zoom, al seguente link:
https://us02web.zoom.us/j/87641512896
Non serve passcode
(questo link varrà per tutti gli appuntamenti di questo ciclo di incontri, e pertanto rimarrà invariato)