San Vittore e Il popolo delle donne

Artisti e immagini in movimento

Incontri e convegni

Ore 18.00 aperitivo e dialogo con gli artisti.
A seguire proiezione di

San Vittore
12’00’’ Italia/Svizzera 2018
Disegni dei bambini realizzati all’interno del carcere, durante le visite ai genitori detenuti. Per loro San Vittore è un castello.

Alle ore 21 la serata prosegue con la proiezione di
Il Popolo delle donne
Italia, 2023, 60', colore

Il film evidenzia per la prima volta il rapporto fra la crescente affermazione sociale delle donne e l’aumento della violenza sessuale maschile. Quanto più il mondo delle donne, ancora inevitabilmente insicuro, viene tuttavia alla ribalta, tanto più si acuisce la violenza insofferente di una parte del mondo maschile. Un fenomeno opposto a quanto generalmente si supponeva anche in ambito scientifico. Protagonista è Marina Valcarenghi, psicoterapeuta e psicoanalista, con un passato nel giornalismo, nella politica durante gli anni Sessanta e Settanta, e con quarantacinque anni di lavoro clinico alle spalle. Da quest’ultima esperienza, ancora in corso, Valcarenghi ha potuto osservare come l’insicurezza femminile sopravviva, nonostante la progressiva conquista di autonomia economica e sociale. Per prima ha introdotto la psicoanalisi in carcere, nei penitenziari di Opera e di Bollate, lavorando per dodici anni nei reparti di isolamento maschile con detenuti in gran parte condannati per reati di violenza sessuale.
«È un film fatto sì di immagine, ma soprattutto di voce. Ho passato molto tempo a Venezia per la lavorazione di Atlantide e ho avuto a che fare con ragazze e ragazzi minorenni. Lì è nata un’amicizia con Marina Valcarenghi, ottantenne milanese che da giovane organizzava con il fratello, il Festival Popolare al Parco Lambro. Marina dirigeva la rivista «Re Nudo», ha lavorato sui diritti delle donne, portando nelle carceri di Opera e Bollate la psicanalisi, parlando con stupratori, assassini e studiando come pochi altri in Italia in tema di violenza di genere. Spesso durante i nostri incontri emergevano questi argomenti per niente facili anche solo da ascoltare, e dato che sono sempre stato interessato a muovermi in territori pericolosi, ho pensato di restituire questa sua conoscenza in un film che, a differenza di altri miei lavori, non riguarda tanto "un luogo" ma un argomento». [Yuri Ancarani]

Yuri Ancarani è un video artista e film-maker italiano. I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre e musei nazionali e internazionali, tra cui: PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Kunstverein Hannover, Castello di Rivoli, Manifesta 12 (Palermo), Kunsthalle Basel, Biennale di Venezia, CAC Centre d’Art Contemporain Genève, Centre Pompidou, Hammer Museum (Los Angeles), Palais de Tokyo (Parigi). I suoi film sono stati selezionati in numerose manifestazioni, tra cui: Festival di Locarno, Viennale, Mostra del Cinema di Venezia, Festival di Rotterdam, IDFA di Amsterdam. Ha inoltre ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui: Premio speciale della giuria CINÉ+ (Cineasti del presente a Locarno), cinque nomination per Cinema Eye Honors, Museum of Moving Image (New York); Grand Prix in Lab Competition al Festival di Clermont Ferrand. Nel 2022 è stato finalista con Atlantide per il miglior documentario ai David di Donatello.