Schegge di pietra

Un pomeriggio preistorico al Museo delle Palafitte di Fiavé

Incontri e convegni , Laboratorio
[ Unità di missione strategica soprintendenza per i beni e le attività culturali | Ufficio beni archeologici]

Domenica 23 marzo alle ore 15.30 il Museo delle Palafitte di Fiavé propone “Schegge di pietra”, un pomeriggio preistorico rivolto alle famiglie per scoprire e sperimentare la lavorazione della selce nelle comunità che nell’età del Bronzo vivevano sulle sponde dell’antico lago Carera. Assieme agli esperti dei Servizi Educativi dell’Ufficio beni archeologici provinciale, partendo da un gioco, grandi e piccini potranno esplorare in maniera coinvolgente il percorso espositivo e realizzare un piccolo manufatto in legno e selce che rimarrà ai partecipanti in ricordo dell’esperienza.

La partecipazione al laboratorio, adatto a partire dai 5 anni di età, è di 4 euro a persona previa prenotazione al numero 335.1578640 entro le 18 del giorno precedente l’iniziativa. 

Non è compreso l’ingresso al museo per il quale la tariffa famiglia prevede la gratuità per bambini e ragazzi fino ai 18 anni e il pagamento della tariffa intera (5 euro) per gli adulti. Con Euregio Family Pass i nuclei familiari composti da uno o due adulti con uno o più figli minorenni pagheranno un solo biglietto con tariffa ridotta; se il gruppo familiare è composto anche da un nonno l’intero nucleo potrà accedere con un solo biglietto intero. Il museo propone inoltre un vantaggioso abbonamento al costo di 20 euro che include, per tutta la famiglia, l’ingresso e la partecipazione a tutte le attività, visite e laboratori proposti durante l’anno. 

La selce è la materia prima maggiormente utilizzata dall’uomo nel corso della preistoria, poiché è facilmente scheggiabile e possiede la particolarità di fratturarsi in schegge con margini taglienti e relativamente resistenti. La lavorazione della selce è attestata a Fiavé già a partire dal settimo millennio a.C. grazie alle tracce lasciate da un piccolo gruppo di cacciatori-raccoglitori sulle sponde dell'antico lago Carera. Successivamente anche le comunità tardo neolitiche che si insediarono nella zona utilizzarono questa particolare roccia per costruire strumenti e attrezzi utili per molte attività della vita quotidiana. Il crescente utilizzo del metallo nell'economia palafitticola dell'età del Bronzo portò a una progressiva diminuzione della selce nella fabbricazione di strumenti per tagliare, segare, raschiare o forare, permanendo per alcune categorie di oggetti, quali gli elementi di falcetto e le punte di freccia. Questi preziosi reperti sono stati riportati alla luce nel corso degli scavi archeologici e sono ora esposti nel museo. Particolarmente interessanti sono un falcetto a mandibola con struttura in legno di faggio nel quale sono inserite quattro lame quadrangolari di selce e un acciarino per accendere il fuoco che presenta un’impugnatura in osso sulla quale è stata fissata con mastice una piccola lama in selce. La presenza di selce utilizzata per le punte di freccia, così come i rinvenimenti di resti di cervo, capriolo e orso bruno, testimoniano la pratica della caccia, anche se in misura molto meno importante rispetto all’allevamento di animali domestici.