“Siamo tutti in pericolo”. Le ultime, profetiche, rabbiose e disperate parole di Pier Paolo Pasolini
Furio Colombo con Alberto Faustini
Con la partecipazione straordinaria di Abel Ferrara
“Siamo tutti in pericolo”. Le ultime, profetiche, rabbiose e disperate parole di Pier Paolo Pasolini
Sabato 1° novembre 1975, fra le 4 e le 6 del pomeriggio, Furio Colombo intervista Pier Paolo Pasolini, poche ore prima che venisse assassinato. Alla fine della conversazione che spesso, come in passato, li ha trovati con persuasioni e punti di vista diversi, Colombo chiede allo scrittore se volesse dare un titolo alla sua intervista. Ci ha pensato un po’, ha detto che non aveva importanza, ha cambiato discorso, poi qualcosa li ha riportati sull’argomento di fondo che appare continuamente nelle risposte. "Ecco il seme, il senso di tutto - ha detto - Tu non sai neanche chi adesso sta pensando di ucciderti. Metti questo titolo, se vuoi: "Perché siamo tutti in pericolo"". Poi Pasolini chiede a Colombo di lasciargli le domande. "Ci sono punti che mi sembrano un po’ troppo assoluti. Fammi pensare, fammeli rivedere. E poi dammi il tempo di trovare una conclusione. Ho una cosa in mente per rispondere alla tua domanda. Per me è più facile scrivere che parlare. Ti lascio le note che aggiungo per domani mattina". Il giorno dopo, domenica, il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini è all’obitorio della polizia di Roma
organizzazione: Associazione di promozione sociale Balene di Montagna