Sulla festa e gli invitati
di Jan Němec
Introduce Gianluigi Bozza
l regista Jan Němec (12 luglio 1936-18 marzo 2016) fin da giovane, negli anni sessanta, si affermò nel mondo del cinema cecoslovacco. Lo storico del cinema Peter Hames lo ha descritto come l’enfant terrible della nová vlna, la nouvelle vague ceca.
Studia alla Scuola di cinema (FAMU) della prestigiosa Accademia delle arti dello spettacolo di Praga. A quell’epoca, negli anni cinquanta, la vita culturale del paese era profondamente segnata dallo stalinismo e sottoposta a una rigida censura. Tuttavia, la presenza di forti personalità nell’industria cinematografica, esclusivamente statale, e il fallimento dei film di propaganda, aprirono le porte a una ondata creativa, la nová vlna, appunto, all’interno della quale il giovane Jan Němec svolse un ruolo di tutto rilievo.
Per la sua laurea, Němec adattò un racconto di Arnošt Lustig, basato sull’esperienza diretta dello scrittore: sedicenne, nel 1942 Lustig venne deportato a Theresienstadt, quindi trasferito prima ad Auschwitz e poi a Buchenwald. Nel 1945 mentre lo stavano trasferendo a Dachau riuscì a fuggire.
Němec si appoggiò nuovamente a Lustig quando nel 1964 diresse I diamanti della notte (Démanty noci), un viaggio allucinatorio di due giovani ebrei in fuga che trascorrono nell’angoscia una notte soprattutto su un treno diretto verso il lager cercando di evitare di divenire anche loro vittime dello sterminio. Un film che è anche un viaggio metaforico per uscire narrativamente e linguisticamente dalla notte del cinema di regime, coltivando il sogno di un rinnovamento che si trasformerà nell’arco di un quadriennio nell’incubo di doversi rassegnare al soffocamento nel presente imposto dal regime comunista risovietizzato.
Nel film la condizione dei due protagonisti che fuggono dal treno che li porta a lager e alla loro morte certa è segnata da una intensa allucinata soggettivizzazione dell’esperienza dello sterminio degli ebrei. Il film passò la censura e svolse un ruolo non insignificante nel movimento politico che si stava profilando all’orizzonte. Ancora oggi, la critica lo ritiene una pietra miliare, estetica e tecnica, nell’indagine dell’esperienza umana nelle condizioni più estreme. Raffaele Meale ha osservato che quella di Němec è “un’opera oscura e scorbutica, fiammeggiante come i fuochi fatui della notte, che sembrano illuminare qualcosa che non è possibile illuminare”. L’oscurità è lo sterminio degli ebrei, ma è anche la nazione costretta al potere sovietico. I diamanti della notte possiede “la capacità rara di costringere lo sguardo a vedere, cercando di guardare ciò che sulla carta è innominabile”.
Sulla festa e gli invitati (O slavnosti a hostech), del 1966, il film che viene proiettato venerdì 16 luglio alle ore 21,00, forse è l’opera più nota di Němec. Dopo lo sterminio degli ebrei è la volta dell’alienazione sociale. In Sulla festa e gli invitati il regista ricorre all’allegoria di stile kafkiano e all’utilizzo di un linguaggio stilizzato, costantemente incentrato su notazioni realiste, efficace nella sua critica della società totalitaria. Si narra di un gruppo di amici che, dopo un picnic, entra in conflitto con Rudolf, impersonato da Ivan Vyskočil, un bulletto sadico, che li sottopone a uno scellerato gioco psicologico, nel quale veste il ruolo di un ossessivo interrogante. Con la sua instancabile e ossessiva aggressività Rudolf costringe la maggior parte di loro alla cieca conformità e brutalità mentre coloro che resistono vengono braccati. Tutto questo termina quando giunge un forestiero, che si scusa per il comportamento di Rudolf e invita tutti quanti a un elegante e formale banchetto all’aperto. Ma lo strano “scherzo” sembra continuare quando il gruppo di invitati si mette alla ricerca di un ospite assente.
Il film non piacque alle autorità, anche perché Ivan Vyskočil, l’attore che impersonava Rudolf, mostrava una certa somiglianza con Lenin e del cast facevano parte anche alcuni intellettuali invisi al potere, tra cui lo scrittore Josef Škvorecký. Antonín Novotný, primo segretario del partito comunista e allo stesso tempo presidente della Cecoslovacchia, quando lo vide, si inquietò e prese in considerazione l’eventualità di fare arrestare il regista.
Nella “normalizzazione” che fece seguito all’invasione militare dell’agosto 1968 Němec fu messo al bando dagli studi cinematografici Barrandov, e nel 1974 emigrò, rientrando nel paese natale alla fine del 1989, dopo la “rivoluzione di velluto” e la caduta del regime comunista.
Ingresso gratuito
In ottemperanza alle normative vigenti, per la partecipazione agli incontri è necessaria la prenotazione, inviando una mail all’indirizzo info@ba-csseo.org e indicando il proprio nome e cognome e numero di cellulare.
evento organizzato dalla Biblioteca Archivio del CSSEO