Tempo orfano

Di e con Chiara Benedetti

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Ci sono relazioni d'affetto e di condivisione che nascono inaspettatamente, in luoghi e in condizioni del tutto inospitali; a volte l'esistenza umana ci sorprende nella solitudine, mescolando identità a identità, tempo a tempo, come un miracolo di sopravvivenza. Questa è la storia di un uomo che sta cercando tenacemente la libertà. Non ha ancora smesso di camminare e ha un volto comune, come gli altri che hanno fatto un lungo e disperato viaggio. Questa storia vede la luce alla fine di una faticosa peregrinazione verso la libertà, o verso quello spettro che la incarna, richiamando innumerevoli Ulisse verso le sponde del Mediterraneo. In questa, come in tante altre storie di questi giorni, il protagonista , giunto nel paese che vorrebbe poter chiamare nuovamente casa, si trova ad affrontare un'ulteriore prova di resistenza: un bagaglio di tempo esteso e rarefatto, uno spazio per il silenzio. Accade a volte, in casi eccezionali e certamente non prevedibili, che questo silenzio sia condiviso. Accade, in questo raro e imprevedibile caso, che i due personaggi che consumano le proprie ore insieme tra tavoli di bar, poesie arabe, e lunghe sigarette del tramonto, siano un uomo giovane e straniero e un anziano, bisognoso di cure che vede spegnersi i giorni davanti a sé. L'anziano non conosce la storia del compagno e difficilmente potrebbe comprenderla, ma se ne fa carico tacitamente, facendosi accogliere a sua volta. Riaffiorano immagini, si inventano gesti, si accolgono speranze, si compongono nuove partiture di sogni.