Tour di quattro dimore storiche della Valsugana
L'itinerario comprende la visita di Castel Ivano, di Castel Pergine, del Palazzo Buffa e del Castel Telvana
Itinerario guidato tra quattro dimore storiche della Valsugana (spostamenti a carico dei partecipanti), con partenza alle ore 9:00 della durata di 360 min. per 20 persone a gruppo.
L'itinerario comprende la visita di Castel Ivano, di Castel Pergine, del Palazzo Buffa e del Castel Telvana (visita finale, inclusa nella prenotazione ore 16:30).
Dimora
Castel Ivano: Fortezza difensiva le cui origini risalgono al X secolo, residenza prestigiosa e sede giurisdizionale della Bassa Valsugana, Castel Ivano da sempre ha ricoperto un’importanza strategica per tutta la Valsugana ed è stato al centro dei principali avvenimenti del Trentino.
La struttura civile-militare si articola in un interessante sistema di fortificazioni con torri di vedetta, baluardi, bastioni, fossato e portoni di diversa epoca. Sono evidenti numerose caditoie a difesa degli ingressi, arcere lungo le mura di cinta e il cosiddetto “giro di ronda” sulla sommità del muro difensivo verso nord. Al suo interno è custodita la zona residenziale con corti e giardini. Spicca il Mastio, splendido esempio di architettura medievale trentina, testimone del potere delle diverse Signorie (Scaligeri, Carraresi ecc.) che hanno posseduto il castello. Molto interessanti sono anche le sale che ospitano le collezioni d’arte permanenti, i reperti archeologici rinvenuti nel castello, il Loggiato Benedettino, con splendida vista su tutta la valle, la Sala della Musica, la Sala delle Statue, la Sala della Duse, e le orride prigioni. Il Castello ha subito gravi danni nel corso della Prima e Seconda guerra Mondiale, ma è stato completamente restaurato dalla famiglia Staudacher, attuale proprietaria.
Castel Pergine: Fu presidio a controllo del sistema minerario della valle del Fersina e sulla strada per Trento, difeso da due cinte murarie con bastioni e torri. Venne trasformato in residenza signorile per volere dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo nei primi anni del XVI sec. Nel 1826 la proprietà fu affittata dalla Mensa vescovile a famiglie di contadini. Nel 1905 lo comprò il bavarese Ferdinand Putz, che diede vita a una società pangermanista. Fu acquistato dal Comune nel 1920. Fra gli anni Venti e Trenta vi soggiornò il pensatore Jiddu Krishnamurti insieme ad altri personaggi della Società Teosofica. Nel 1956 lo comprò l’ing. Mario Oss di Zurigo, che vi riaprì l’attività alberghiera. Dal 2019 è proprietà della Fondazione Castel Pergine Onlus.
Palazzo Buffa: Il complesso di edifici che formano il Palazzo Buffa, posto nel cuore dell’abitato di Telve e comprendente un ampio parco recintato da un alto muro, è il risultato di numerosi interventi succedutisi nel corso di oltre quattro secoli di vita. La costruzione padronale, posta nella parte sud e ovest della proprietà, si presenta sviluppata su tre piani, oltre a due cantine, con una pianta ad U. Il nucleo originario del palazzo, prospiciente la chiesa parrocchiale, risale alla fine del XV secolo e potrebbe essere stato ricavato da una più antica abitazione fortificata, come testimoniano le massicce murature, i soffitti a volta e le scritte latine sugli architravi delle porte.
Castel Telvana: Antico maniero che domina la valle fin dal XII secolo. Vi si arriva attraverso la scala Telvana, che da Corso Ausugum porta alla Chiesa dei Santi Francesco e Cristoforo.
Doveva trattarsi di una struttura militare con importante valenza strategica, data la sua posizione. Il nucleo più antico si trova in vicinanza della slanciata torre, poggia sulla roccia primitiva ed al suo interno si possono ammirare le cortine che uniscono i bastioni, ora mozzate, che proteggevano la residenza.
Fu sede per secoli dei Signori di Borgo e della giurisdizione di Telvana (da Novaledo a Strigno in Valsugana), che dal maniero prese il nome, a sottolineare l'importanza. Alla fine del XVIII secolo, dopo che i dinasti del momento ebbero permutato il maniero con l'ex convento delle Clarisse (l'attuale Municipio), gli abitanti del paese, riconoscendolo quale simbolo di anni di dominazione e soprusi, ne fecero scempio sottraendone le pietre, e decretandone il graduale declino.
Suggestiva la vista dalle mura esterne e l'ampia visuale sulla valle che si ha delle sommità del monte Ciolino, sul quale si erge il castello. Secondo un'antica leggenda, una galleria segreta collegava il castello con il convento dei Frati e con l'ex monastero di Sant'Anna
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