Verso la luce

Mostra

Giovanni Segantini, dalla maniera scura alla pittura in chiaro», che per la prima volta propone, esposti uno accanto all’altro, «A messa ultima» (1886-1887), dipinto recentemente acquistato dal Comune di Arco, e il celebre «A messa prima», proveniente dal Segantini Museum di St. Moritz, anteriore di circa due anni e a questo collegato per il tema e per la scelta concettuale di abbandonare la «maniera scura» e di passare a quella che Primo Levi definì «pittura in chiaro». A fianco dei due capolavori, anche due dipinti preparatori: «Studio di scalinata» (1884-1885, Chur, Bündner Kunstmuseum) e «Studio di architettura con prete» (1884 circa, collezione privata).

Il nuovo percorso espositivo si concentra su un momento cruciale della produzione artistica del grande pittore nato ad Arco nel 1858 e morto sullo Schafberg in Svizzera nel 1899, accompagnando il visitatore a scoprirlo e percorrerlo in maniera documentata.

Dalla pittura datata al 1880, che occupa la prima sala e presenta uno spaccato della “maniera scura” che il pittore indaga nel primo periodo della sua produzione, si passa quindi alla pittura della Brianza per terminare con l'esposizione del nucleo di quattro tele (per la prima volta esposto insieme) dedicato al celebre tema del sacerdote intento a dirigersi nella chiesa di Veduggio. 

Parte integrante del focus è dedicata, oltre che alla presentazione di documenti e materiali archivistici e fotografici, a un approfondimento, proprio in virtù della sua particolarità pittorica in rapporto alla datazione tra il 1884 e il 1887, sulle tecniche e sulla storia dei dipinti, anche grazie all'esito di indagini fotografiche non invasive condotte sulle opere, che permettono di conoscere più da vicino i particolari tecnici ed esecutivi dell'opera.

Da segnalare che “A messa prima” non era stato esposto nella grande mostra che nel 2008 ad Arco aveva preso parte alle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Segantini, e quindi la sua precedente presenza nella città natale risale alla mostra del centenario, nel lontano 1958, mentre lo “Studio di scalinata” di Coira non è mai stato presentato ad Arco.

Ma non sono le uniche sorprese di questa mostra, che permette di ammirare anche “La falconiera” e "La raccolta dei bozzoli", tele del periodo milanese di grandissima importanza nella pittura segantiniana, provenienti rispettivamente dal Musei Civici di Pavia e dalle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo, che finora mai si sono potute vedere ad Arco. Completa il nucleo di opere dello stesso periodo anche il quadro “Il Campanaro”, grazie alla disponibilità al prestito del Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Esposte, poi, anche numerose altre opere provenienti da diverse collezioni private nazionali, molte delle quali -come il bellissimo “Interno con frate” o “Il naviglio sotto la neve”- inedite per il Trentino.

Le opere esposte provengono dal Segantini Museum di St. Moritz (Svizzera), dalla collezione della Fondazione Otto Fischbacher, dal Museo d'Arte dei Grigioni, Coira Bündner Kunstmuseum, Chur (Svizzera), dal Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dai Musei Civici di Pavia, dalla collezione di Intesa San Paolo - Gallerie d'Italia, dall’Archivio Pompeo Mariani (Milano), da Bottegantica (Milano) e da collezioni private.

Il catalogo

A corredo e complemento dell'esposizione sarà a breve pubblicato un catalogo, in edizione bilingue italiana e tedesca, corredato da contributi scientifici di studiosi dell'opera segantiniana dedicati alla ricostruzione della storia della genesi della serie di “A messa prima” e “A messa ultima”, alla sua contestualizzazione nel percorso segantiniano tra il 1878 e il 1885 nonché alla presentazione, a cura del prof. Gianluca Poldi, dei rilievi tecnici emersi in occasione delle indagini diagnostiche condotte su alcune delle opere esposte, al fine di fornire utili coordinate sulla materialità della pittura utili alla lettura del percorso.

Ancora sulla mostra

Il dipinto “A messa ultima”, opera che già vira verso una trattazione divisionista del colore, essendo riferibile all'anno del rifacimento di “Ave Maria a trasbordo”, ha offerto l'occasione di articolare un percorso espositivo centrato sulla genesi dell'opera tramite il recupero e la presentazione di materiali archivistici e documentari, nonché delle opere connesse all'elaborazione del motivo dal quale il dipinto deriva. La tela, sotto questo profilo, offre la possibilità di seguire l'evoluzione della pittura segantiniana tra il 1884 e il 1887, trattandosi di un ritorno, con una tecnica rinnovata, su un soggetto affrontato negli anni immediatamente precedenti. Il dipinto “Non assolta”, poi rielaborato in “A messa prima”, e le tele connesse a questo lavoro segnano l'avvio del “terzo periodo” della produzione segantiniana, tra il 1884 e il 1886, durante il quale, complice la riflessione mediata da Grubicy sugli esempi della pittura olandese, si dispiega quella pittura “in chiaro”, come la definisce Primo Levi, segnata da una maggiore freschezza e semplicità della colorazione. “A messa prima” costituisce la prima e più immediata risposta di Segantini alle sollecitazioni e alle riflessioni pittoriche tecniche che, in quegli anni, nascono nel rapporto costante tra Segantini e Vittore Grubicy. La nuova acquisizione del Comune di Arco si è dunque prestata alla realizzazione di un focus espositivo che permette di concentrarsi su un momento cruciale di passaggio della produzione artistica del pittore di Arco.

A fianco del focus su “A messa ultima” nelle sale della galleria è proposto un riallestimento delle opere della collezione che, grazie all'integrazione con lavori provenienti da altre collezioni pubbliche e private, è articolato su alcuni nuclei tematici. Il primo è dedicato a un affondo sulla prima parte della produzione pittorica segantiniana: opere come “La falconiera” (Musei Civici di Pavia), “Il campanaro” (Rovereto, Mart) e “La raccolta dei bozzoli” (Milano, collezione Intesa San Paolo Gallerie d'Italia) permettono di seguire lo svolgimento della prima attività segantiniana, caratterizzata da quella tendenza alla pittura scura che si manifesta appieno nelle opere esposte a Brera nel 1880. Questa prima parte costituisce una necessaria premessa utile a seguire la successiva evoluzione della pittura di Segantini, documentata dalle opere risalenti al 1884-1885, tra le quali “A messa prima”. Il secondo presenta un percorso cronologico che affronta i temi della natura e della vita contadina, che diventeranno preponderanti nell'ultima fase della pittura segantiniana. Partendo da due inediti dipinti rintracciati all'Archivio Pompeo Mariani e presentati nell'allestimento inaugurato a maggio, le opere - tra le quali il celebre “Naviglio sotto la neve”- permettono di cogliere l'evoluzione della pittura di paesaggio dai tardi anni Settanta fino alla piena maturazione del linguaggio divisionista, con opere come “L’ora mesta” e la coeva “Testa di vacca”.