Via Pilati - sguardi oltre
Via Pilati - sguardi oltre
progetto di investigazione fotografica sull'ex-carcere di Trento.
Immagini di:
Giuseppe Benanti
Luca Chistè
Fabio Maione
La rassegna, anche su catalogo, sarà presentata MERCOLEDI 22 GIUGNO ad ore 18.30 presso lo spazio espositivo di Palazzo Lodron (ubicato nell'omonima Piazza Lodron di Trento).
Questa manifestazione, promossa dall'Ordine degli Avvocati di Trento, rimarrà aperta al pubblico fino al 12 luglio con orario 16.00-19.30.
Nel catalogo, oltre al testo critico di presentazione della rassegna e alla riproduzione di tutte le immagini esposte, trovano spazio le testimonianze di magistrati, avvocati ed altre figure, la cui professione è attinente l'oggetto dell'indagine.
Lanno 2011 è stato proclamato dal Consiglio Nazionale Forense Anno dellAvvocatura. AllAvvocatura compete, nella sua veste istituzionale, un ruolo che non può essere limitato alla difesa dei diritti dei privati o alla tutela degli interessi di categoria, ma che più ampiamente ricomprende la difesa della legalità e della giustizia nellambito di una responsabilità sociale che impone doveri verso la collettività.
Il Consiglio dellOrdine degli Avvocati di Trento ha voluto valorizzare questa funzione pubblica e culturale della professione forense offrendo ai Colleghi, ai Magistrati, agli Operatori penitenziari e a tutta la cittadinanza questo libro, edito in occasione della presentazione della mostra fotografica dedicata al carcere quale realtà estrema e ai margini, nascosta agli occhi della società e ripiegata su se stessa: un microcosmo impenetrabile che a Trento è per tutti semplicemente via Pilati.
Abbiamo ritenuto importante serbare memoria della casa circondariale posta nel cuore della nostra città anche perché è stata, sino al dicembre 2010, il quotidiano luogo di esercizio dellattività di difesa degli avvocati penalisti trentini, fra cui non posso non ricordare le figure indimenticabili degli Avvocati Marco a Beccara, Carlo Dolzani, Angelo Fassino, Ivo Dario Gerola, Michele Pompermaier e Noris Zanin.
La dismissione della struttura ci ha offerto lirripetibile occasione di alzare un velo su quello che resta del mistero quotidiano delle vite di chi vede chiudersi le sbarre dietro di sé, dando concretezza con immagini di muri, porte e finestre a quello spazio mentale che, per coloro che non ne hanno mai varcato la soglia, è privo di fisicità reale. Gli scritti raccolti ci riportano invece gli odori e i suoni di corridoi e stanze ove ogni rumore è un terremoto che scuote laria ferma: il clangore metallico delle chiavi che girano nelle serrature di ferro, i propri passi che rimbombano nei corridoi di piastrelle bianche.
Sono immagini e parole che ci parlano soprattutto di sofferenza che, seppur socialmente inflitta a rimedio di un crimine e a saldo di un debito verso la giustizia, resta pur sempre umana sofferenza che spesso non si vuole vedere e sapere.
Lavvocato, il Giudice, ma anche il cittadino hanno invece il dovere di conoscere. Lavvocato in particolare non può disinteressarsi della fase di esecuzione della sanzione ove il detenuto vede spesso sommarsi alla perdita della libertà, stabilita con la sentenza di condanna, tante piccole o grandi afflizioni non legalmente dovute e ove, di fatto, non vi è uno strumento che garantisca al detenuto una tutela contro gli atti dellamministrazione penitenziaria o contro le condizioni di vivibilità del carcere.
La fotografia deve suggerire, non insistere o spiegare diceva Brassai, e questa è l'impronta stilistica che si è voluto dare al volume. Vi è tuttavia la speranza che queste immagini e scritti si rivelino utili a far maturare in tutti la coscienza che le garanzie a protezione della sicurezza sociale devono essere pretese anche e soprattutto nel momento dellesecuzione della pena, perché solo il recupero e il reinserimento sociale di chi ha sbagliato può rompere quella spirale che troppo frequentemente fa del carcere non un luogo di sola pena, ma di quotidiana umiliazione che alimenta, anziché spezzarla, la diffusione della capacità a delinquere.
Un sentito ringraziamento ai fotografi, che con entusiasmo hanno aderito alliniziativa mettendo a disposizione il loro tempo e le loro competenze artistiche: l avv. Giuseppe Benanti del Foro di Trento, il dott. Fabio Maione Consigliere della Corte di Appello di Trento, e il dott. Luca Chistè instancabile regista del progetto.
Un grazie anche ai Colleghi penalisti, ai Magistrati e agli Operatori che hanno raccontato in questo libro i loro ricordi e i loro pensieri e al dott. Mauro Milanaccio per la sua presentazione delle fotografie.
Infine sono grata alla Direttrice del Carcere dott. ssa Antonella Forgione, che ci ha concesso di accedere nellormai ex carcere in un momento di transizione, in cui le tracce della vita che vi scorreva dentro non erano ancora irrimediabilmente cancellate.
Avv. Patrizia Corona | Trento 20 giugno 2011 | © Ordine degli Avvocati di Trento
organizzazione: Ordine degli Avvocati di Trento