Vide Accordé
Oriente Occidente
Spettacoli
Compagnie Retouramont
Vide Accordé
oreografia Fabrice Guillot
Direzione tecnica Michael Poyet
Danzatrici Francisca Alvarez, Séverine Bennevault, Olivia Cubero
Prodotto da Grand Théâtre de Lorient, Centre Chorégraphique National de Créteil et du Val-de-Marne, Centre Régional des Arts du Cirque de Basse Normandie, Espace 1789 de Saint Ouen, Théâtre Jean Vilar de Vitry-sur-Seine, Centre Culturel Maurice Eliot dÉpinay-sous-Sénart
Con il sostegno di Cie Off-pOlau (pôle des arts urbains) e di Centre Chorégraphique National de Tours / lAvant-Rue, Friches Théâtre urbain de Paris, DMDTS du Ministère de la Culture et de la Communication, di Conseil Général du Val-de-Marne e di Conseil Général de Seine Saint-Denis
Ringraziamenti Biennale Nationale de Danse du Val-de-Marne - Centre de Développement Chorégraphique
Sponsorizzato da Mur Mur, BEAL e PETZL
Durata 25
Il passo tra scalare vette e danzare in aria creando volteggi mozzafiato è breve. Lo sa bene Fabrice Guillot, un passato dalpinista, e un presente da coreografo, scenografo e ideatore di sorprendenti spettacoli aerei. È con la sua compagnia Retouramont, di base nei dintorni di Parigi, che prendono vita le sue creazioni capaci di sfidare il limite e la gravità. Non poteva essere altrimenti: se sei abituato a cercare sulle vette sempre nuove vie, da coreografo non puoi che inoltrarti in territori inesplorati dalla danza contemporanea. Una danza la sua - verrebbe da dire - non più appagata dalle sale teatrali, che cerca in spazi en plein air, nella natura, sugli edifici più avveniristici e sulle facciate storiche la sua ragione dessere. È in questi luoghi che Guillot, insieme a fedelissimi danzatori/acrobati, dà sfogo alla sua arte, così impregnata di vertigine da sembrare lincarnazione di questo pensiero di Paul Valéry: Guardando il muro vedo una frase, una danza, un cerchio. Quando guardo il cielo, il cielo immenso, nudo, i miei muscoli si distendono. Tanto che lo guardo con tutto il mio corpo.
In Vide accordé, lavoro cult della compagnia doltralpe tra i più arditi del suo repertorio, tre danzatrici si confrontano con il vuoto, con quello spazio che rende visibili e distinte le entità.
Vuoto concesso o Sintonia con il nulla potremmo tradurre il titolo di questa performance che si svolge a venticinque metri daltezza su una struttura di corde a forma di prisma sopra la quale le tre performer sono appese. Giocano con il vuoto e con le possibili deformazioni che i loro corpi, la gravità, il peso e le spinte infliggono allelastica piramide. Come uccelli neri nel blu intenso del cielo danno densità allinconsistente, lo abitano, lo comprimono e lo allungano a loro piacimento. Facendo palpitare i cuori di chi guarda, costretti a stare con il naso allinsù e a far propria quella vertigine, nonché leterno, inappagato, desiderio di volare.
www.retouramont.com
foto di Algo Karwan
organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto