Videoforum: Per un mondo senza guerre

Cinema

La guerra contro l’Iraq è ormai terminata. Gli effetti del conflitto armato, però, si faranno sentire ancora per molto tempo nei territori iraqeni, nella zona del golfo Persico e in tutto il mondo.
Per una guerra che, almeno formalmente, termina ce ne sono numerose altre che proseguono nel silenzio e nell’indifferenza continuando a dividere paesi, portare distruzione e colpire innocenti.
Il nostro pianeta ha imparato a convivere con una guerra non solo preventiva ma ormai infinita.
I mezzi di informazione, dalla televisione alla radio e ai giornali, bruciano le notizie nel giro di pochi giorni, evitando approfondimenti e analisi. Non resta allora che cercare di creare momenti di altra informazione e di dibattito utilizzando canali alternativi.
Il Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani di Rovereto organizza per i primi 4 lunedì del mese di maggio, "VIDEOFORUM: Per un mondo senza guerre". Si parlerà di guerra del golfo, economia drogata dall’incremento delle spese militari, della situazione della Repubblica Democratica del Congo e di quella del Venezuela.
Le proiezioni dei filmati documentario, ospitata dalla Sala della Roggia (la Sala polivalente di Palazzo Podestà), saranno seguite dagli interventi di testimoni ed esperti che approfondiranno e temi trattati e forniranno ulteriori elementi di stimolo e riflessione.

Si inzia LUNEDI’ 5 MAGGIO 2003 alle ore 21.00, con la proiezione del filmato "LA SINDROME DEL GOLFO". Uno sconvolgente documento sugli effetti che la prima guerra contro l’Iraq, quella del 1991, ha avuto sulla popolazione civile, sui militari di entrambe le parti e sull’ambiente. Le guerra sono, infatti, ottime palestre dove testare sul campo le nuove produzioni di morte. Bombe a frammentazione, armi arricchite con uranio, missili intelligenti (?) sono solo alcuni dei nuovi armamenti che la tecnologia ha messo a disposizione negli ultimi anni.
Il dottor Pirus Fateh-Moghadam, medico specialista in medicina preventiva, ci spiegherà gli effetti di questi strumenti di guerra visibili sull’uomo e sull’ambiente ancora a distanza di anni.