Zio Vanja

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2009/2010
Altri Percorsi

Work in Progress / Teatro Litta
Zio Vanja
di Anton Cechov
regia Giovanni Scacchetti

La rassegna Altri Percorsi dedicata ai giovani non poteva che concludersi con uno spettacolo diretto da una giovane promessa della regia: sarà Giovanni Scacchetti, classe 1974, a mettere in scena Zio Vanja, uno dei capolavori di Anton Cechov, nell’ambito di “WORK in PROGRESS”, progetto promosso dal Teatro Litta in collaborazione con l’Accademia Nazionale d’arte drammatica “Silvio d’Amico” di Roma e il Teatro Stabile di Bolzano. Master pluriennale di regia, il progetto “WORK in PROGRESS”, rappresenta un’iniziativa unica in Italia con lo scopo di incentivare e sviluppare la professionalità artistica, tecnica, organizzativa dei giovani registi under 35. Dopo l’Otello in chiave rock diretto da Claudio Autelli, presentato con grande successo di pubblico e critica nella scorsa stagione, lo Stabile di Bolzano continua a credere e a sostenere questo ambizioso progetto di formazione, ospitanto il debutto registico di Giovanni Scacchetti, che ha scelto di confrontarsi con le atmosfere sospese e rarefatte che regnano nello Zio Vanja di Cechov. Giovanni Scacchetti ha da sempre dimostrato una forte vocazione per il mondo del teatro e in particolare della regia. “Anton Cechov.
Ogni volta che nominiamo l’autore di Zio Vanja, abbiamo voglia di chiamarlo per nome e cognome. Perché proviamo questa sensazione di conoscerlo bene, forse addirittura che sia qui a guardare ancora le nostre vite. Nessun’altro ha saputo descrivere così dall’interno personaggi che sono divenuti universali, ovvero gli specchi, le copie sul palco non già delle nostre apparenze, ma delle nostre corde essenziali e dei nostri sogni. È stato scritto che gli uomini e le donne descritti da Anton Cechov parlano molto mentre intorno non succede niente, e in questo consisterebbe la sua modernità. Ma non è così. Per la verità questi personaggi non fanno affermazioni su di sé, ma confessano le loro posizioni, il loro modo di stare al mondo. Sono posizioni che prendono nei confronti della vita, che scorre chiedendo silenziosamente di attribuirle un senso, uno scopo. Posizioni che prendono nei confronti dell’amore: quanto un uomo e una donna possono fattivamente unirsi, e quanto sono destinati a restare soli. Alcuni testi di Anton Cechov, fra questi Zio Vanja, hanno il potere di mettere gli uomini in contatto con se stessi e così facendo di aprire le loro anime alle cose del mondo. Il tempo trascorre, accadono delle cose, ci sono dei momenti di silenzio. In quest’alternanza fra il rumore della vita e il silenzio, compare qualche cosa che non ha nome ed è reale, e si apre uno spazio.”