Zio Vanja

Teatro

Trento a Teatro
Stagione di Prosa

Spettacolo in lingua originale con sovratitoli

Andrei Konchalovsky Production Center
Teatro Mossoviet di Mosca
Zio Vanja
Scene di vita campagnola di Anton Cechov
con Aleksandr Filippenko, Natalia Vdovina, Julia Vysotskaya, Irina Kartasceva, Pavel Derevyanko, Aleksandr Domogarov, Aleksandr Bobrovsky, Yurij Cerkassov
Regia e scenografia Andrei Končalovsky
Costumi Rustam Chamdamov
Compositore Eduard Artemyev
Disegno Luci Andrei Izotov
Progetto della scenografia Lubov Skorina
Assistente regista Alexander Aronin
Aiuto regista Elena Lobanova

Una produzione del Teatro Accademico Mossovet di Mosca in collaborazione con il Centro di Produzione Andrei Končalovsky

Tournée realizzata in collaborazione con Gazprombank in collaborazione con ENI e sostenuta dal Ministero della Cultura della Federazione Russa

Produzione della tournée in Italia, Aldo Miguel Grompone, Roma

Zio Vania è una delle più espressive opere di Anton Checov. Spettacolo psicologicamente complesso, improntato su desideri frustrati e vite desolate, indaga sulle vite interiori dei protagonisti chiusi in una stasi autoimposta in un quartiere della Russia degli ultimi giorni del XIX secolo.
La trama narra di Vania, amministratore con la nipote Sonia della proprietà del cognato, il professor Serebryakov, che tutti credono un genio. In casa si aggira anche il dott. Astrov, di cui Sonia è segretamente innamorata. L’arrivo del professore, ormai in pensione, con la seconda moglie Elena, smonterà questo delicato equilibrio. L’atmosfera si farà sempre più complessa mano a mano che zio Vania e Sonia scopriranno la vera natura del professore.

Andrei Končalovsky, regista cinematografico e teatrale, è nato a Mosca nel 1937. Fra le sue pellicole più conosciute, girate fra la Russia e gli Stati Uniti, Maria's Lovers, A 30 secondi dalla fine, Il protezionista e The Lion in the Winter con Glenn Close.
Nel compiere e sviluppare il suo universo creativo, Andrei Končalovsky ha regolarmente fatto i conti con Cechov che considera un modello di poetica e di conoscenza dell’anima russa. Non poteva quindi mancare alla celebrazione del 150° anniversario della sua nascita e lo fa mettendo in scena Zio Vania.
Questo fu anche, quasi trent’anni fa, il titolo del primo grande successo cinematografico del regista moscovita, premiato al Festival di San Sebastian e giudicato con parole entusiastiche da Woody Allen per il suo umorismo originale.
La versione teatrale mantiene la leggerezza dello sguardo mentre approfondisce le tensioni tra i personaggi, colti nel loro aspetto derisorio e tuttavia protesi nell’ansia di vivere. Un disegno di humour nero e “cattivo” che si regge grazie ad una compagine di grandi attori.
Il Teatro Mossovet di Mosca, storica e famosa realtà teatrale russa, ha già portato in Italia nel 2007, con grande successo e la regia di Končalovsky, il Gabbiano, sempre di Cechov.

...Cechov è una Sinfonia.
La sinfonia di vita. Di una vita che non è piena di avvenimenti tragici, opere grandiose o moti dell’animo; di una vita in cui gli eroi non ci sono, ma di una vita semplice, «grigia, filistea...» come diceva lui stesso...
E’ facile volere bene agli eroi di talento che non sono prostrati dal dolore o dalla vita stessa. E’ difficile volere bene ai filistei mediocri, incapaci a un atto eroico. Cechov vuole bene proprio a questa gente, perché sa che anch’essa morirà’. Lui stesso espresse molto precisamente la sua concezione dell’arte: «In scena la gente pranza, prende il tè, mentre la sua fortuna si sta rovinando».
Andrei Končalovsky

Informazioni sulla prevendita

Casse Rurali del Trentino
cassa del Teatro Auditorium e Sociale in orario di sportello

Andrei Konchalovsky nasce a Mosca, il 20 agosto 1937 dallo scrittore Sergej Michalkovpoeti (il padre è autore del testo dell'inno nazionale russo) e della poetessa Natalija Koncaloskaja. Suo fratello è Nikita Mikhalkov.Bisnonno e nonno celebri pittori zaristi.
Da giovane si afferma come pianista, anche se la sua grande passione rimane il cinema. Qualche anno dopo si iscrive alla VGIK, una delle migliori scuole di cinema del Paese, sotto la guida di Mikhail Romm.
Alla VGIK incontra Tarkovsky, con cui collabora come sceneggiatore (fa anche l'attore nel film L'infanzia di Ivan).
Il 1966 è l'anno del suo debutto alla regia con "Il primo maestro", tratto dal racconto di C. Ajtmatov e ambientato dopo il 1917, nel periodo post-rivoluzionario, nel sud della Russia.
Dopo svariati problemi con la censura, il regista si dedica alla trasposizione cinematografica di opere letterarie. Ne sono un esempio "Nido di Nobili" (1969), da Turgeney, e "Zio Vanja" (1970), da Cechov.
Con "Romanza degli innamorati" (1974) e "Siberiade" (1978), storia drammatica della popolazione siberiana, torna ai temi contemporanei, attirando l'attenzione della critica europea e americana. Tra gli anni '80 e i primi anni '90, trasferitosi negli Stati Uniti, lavora a diverse opere tra cui "Maria's Lovers" (1984), "A 30 secondi dalla fine" (1986), "Sky People" (1987), "Homer and Eddy" (1989), "Tango e Cash" (1991), "Il protezionista" (1992).
Tornato in Russia dopo la caduta del comunismo, dirige "Asja e la gallina dalle uova d'oro". Dopo alcuni anni si dedica a grandi lavori come "L'Odissea", con Armand Assante, "La casa dei matti" e "The Lion in the Winter", con una strepitosa Glenn Close. Il 2007 è l'anno di Venezia, in cui collabora assieme a numerosi colleghi a "A ciascuno il suo cinema".
Konchalovsky si è sposato diverse volte. La sua prima moglie fu l'attrice kazaka Natalia Arinbasarova , con la quale ebbe due figli,Yegor e Stepan.
La seconda moglie fu Irina Kandat. La terza moglie è stata Viviane Godet con la quale ha una figlia,Alexandra Mikhalkova.
La sua attuale moglie è l'attrice russa, Yuliya Vysotskaya.

Artista estroso e a suo modo visionario, esprime anche grazie ai molti registri e alle diverse anime che popolano il suo cinema le ansie e le contraddizioni della Russia contemporanea.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara