Zone Démersale (Ita)

Musica
[ Bar Loco's]

Zone Démersale (Ita)
Boring Machine
Pietro Riparbelli
Michele Ferretti

Zone Démersale è un duo techno/ambient composto dal produttore Michele Ferretti (Nubilum) e dal sound artist Pietro Riparbelli (già pubblicato da Touch, Important Records e 20 Bucks Spin).
Il progetto muove a partire da una riflessione concettuale ed estetica per sfociare in una ricerca sonora e compositiva che attraversa minimalismo, spiritualismo trascendentale, musica cosmica e spazialità del suono stesso.
I loro brani sono composti utilizzando macchine vintage come il synth italiano Jen o il looper Echoplex, ricevitori radio ad onde corte e campioni vari, sempre acquisiti direttamente.

I due lavorano ad una particolare ricerca che sonda gli ambiti più tipicamente spaziali ed elettronici della tradizione europea con una particolare attenzione alla dimensione della ripetizione - techno innanzitutto - muovendo dal minimalismo classico per arrivare a una distorsione spirituale della frontiera rituale della danza.
Dai Coil in primis, fino alla tridimensionalità dell'esperienza dancefloor.

Alarico Mantovani (Fatto Quotidiano) dice:
La benemerita etichetta veneta Boring Machines sforna con regolarità ed indomita passione dischi di livello internazionale sin dallo scorso decennio. La zona demersale si può immaginare a grandi linee come l’area del fondale marino e la musica ambient elettronica dalle striature techno prodotta dal duo composto da Michele Ferretti aka Nubilum e dal sound artist Pietro Riparbelli è psicogeografica e visionaria come poche altre in circolazione. A differenza di Neel, che va ad allunare su Phobos sfruttando una fionda gravitazionale, i Zone Démersale scendono dichiaratamente negli abissi subacquei di un ignoto spazio profondo per scandagliarli inesorabilmente come un radar alla ricerca di sottomarini nemici. Ricordate Das Boot (U-Boot 96), il capolavoro tedesco diretto nel 1981 dal regista Wolfgang Petersen? Ascoltando un brano come Navigazione Sommersa vi sembrerà di immergervi nuovamente in quelle oscurità metafisiche e di tornare a bordo di quell’incubo eroico e claustrofobico solcando il fondo di un oceano esistenziale, con la pressione sovrastante di tonnellate d’acqua a comprimervi la testolina