Non basta ricordare

Nel maggio del 1915, durante la prima guerra mondiale, gli abitanti di molte valli del Trentino furono sfollati, parte nel regno italiano e altri nell’impero austro-ungarico. Circa 70.000 persone lasciarono amaramente le loro case e partirono trovando rifugio in Tirolo, Moravia, Boemia, alcuni nelle città di legno, popolose cittadine di baracche dove, la libertà negata, era aggravata dalla miseria, dalle epidemie, dalle privazioni, dal dolore, dalla nostalgia per la propria casa e la propria terra.

Anche i cittadini di Roncegno subirono questa sorte e, quando nel 1918 tornarono al loro paese trovarono una grande desolazione e le loro case distrutte ma, con tenacia, volontà e coraggio ebbero la forza di ricominciare.

A cent’anni dal triste esodo vogliamo ricordare i veri protagonisti di questa tragedia affinché la memoria delle loro vicissitudini non vada perduta.

Con questo spirito l’Amministrazione Comunale, la Scuola Primaria di Marter e gli Alpini di Roncegno hanno voluto commemorare tutti i profughi del nostro paese per trasmettere, anche alle giovani generazioni, il profondo convincimento che le guerre non sono mai ineluttabili e che ciascuno di noi può impegnarsi per essere costruttore di pace.

Un pensiero particolare va a Vitaliano Modena che nel 1988 ha raccolto nella sua pubblicazione “Roncegno e i profughi” le testimonianze di molte persone che, da sfollati, hanno vissuto il dramma dell’esodo. A lui e a Lenina Boccher, che assieme a Vitaliano ha narrato il Diario di una maestra in esilio nel Lager di Mitterndorf, va il nostro ricordo ed il nostro ringraziamento per aver connotato le tristi esperienze individuali come un’eco che ancora risuona, non di animosità, ma di sofferenza contenuta e permeata da una grande speranza di pace.

Insegnanti Scuola Primaria Marter
Gruppo Alpini Roncegno Term
Giuliana Gilli Assessore alla Cultura