Francesco De Grandi
Il Sacrificio del miele
Da un’idea di Vittorio Sgarbi
A cura di Gabriele Lorenzoni
La Galleria Civica di Trento dedica una monografica all’artista Francesco De Grandi, tra le figure centrali nella scena della pittura italiana ed europea. La ricerca pittorica di De Grandi si rivolge ai punti di contatto tra studio della natura e sentimento del sacro. La sua arte, narrativa, figurativa, onirica, trova nei motivi archetipici della storia dell’arte un percorso di conoscenza e una via di elevazione spirituale, in una forma di pittura quasi meditativa.
Il titolo della mostra è tratto dall’opera Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche, pubblicata in diverse edizioni tra il 1883 e il 1885, uno dei testi più influenti e complessi della filosofia contemporanea. Nel capitolo intitolato Il Sacrificio del Miele, Zarathustra esplora il concetto di sacrificio e la sua relazione con i valori morali e spirituali: tale sacrificio rappresenta, in modo simbolico, la rinuncia a qualcosa di dolce e desiderabile per un ideale superiore. Il miele, simbolo di piacere e soddisfazione sensoriale, diventa metafora di tutto ciò che è immediatamente gratificante ma che può essere accantonato e superato nel cammino verso una vita più autentica e consapevole.
Per l’artista questo passaggio diventa metafora di un certo modo di intendere la pittura: non una via di fuga per astrarsi dalla realtà, ma uno strumento per sporcarsi le mani con essa, per presentare la realtà di coloro che sono ai margini della società.
In mostra un’ampia selezione di oltre 20 tele e 50 disegni danno conto degli ultimi dieci anni della produzione dell’artista, seguendo il doppio binario delle opere monumentali, celebrate e proposte in importanti mostre personali e collettive, accanto alla produzione grafica, meno nota e talvolta inedita.
Opera centrale nella mostra è Medea nel giardino di Colchide (2023): De Grandi narra le vicende antecedenti al climax della tragedia, mostrandoci quanto Euripide non ci ha narrato. Prima della colpa e prima del tradimento, una Medea bambina vaga nel giardino del suo regno, in quella regione remota, arcaica e misteriosa, ai confini del mondo greco.
Completa la mostra un intervento site specific. L’artista presenta una riflessione filosofica personale, scritta di pugno impiegando però la mano sinistra: un esercizio innaturale che causa un avanzamento incerto e tremolante delle lettere, in aperto contrasto con la forza del messaggio scritto.
Intero 2 €
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