Porte

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Francesco Nardi
Porte
Di Francesco Nardi
A cura di Daniela Rosi

Le Porte di Francesco Nardi, decorate perlopiù negli anni settanta, rappresentano le soglie di un’esistenza desiderosa di relazioni e di amore, e al tempo stesso una barriera per garantirsi una netta separazione dal resto del consorzio umano. Artista outsider, Nardi era infatti un’anima complessa, un visionario dolce e violento, nel gesto artistico, così come nella parola. Una persona che ha vissuto ritirata ai margini, spesso con grandi sofferenze morali e psichiche.
Le porte, tutte dismesse, provenivano dai più diversi luoghi solitamente discariche o cantieri – oppure erano un semplice regalo di amici. Sopravvissute a demolizioni, diventavano per lui una tavola sulla quale raccontare la sua storia personale. Ogni tema rappresentato assume un valore simbolico e diventa il tassello di un’autobiografia emozionale. Nomi di donne, immagini, oggetti di uso quotidiano, pensieri, considerazioni, cronache di fatti avvenuti: un flusso di coscienza accompagnato dal gusto per il surreale, un universo interiore ironico, irridente e allucinato, ma anche un canto d’amore e di disperazione. I metodi espressivi e il linguaggio pop sono simili a quelli di Rauschenberg, ma conservano un’assoluta originalità nella scelta compositiva e nei contenuti. I colori a contrasto fanno da contrappunto a testi o frasi ilari, giocosi, ma talvolta anche rabbiosi o di una struggente malinconia.
Quasi un viaggio psichedelico nelle pieghe di una personalità tormentata, l’esposizione vuole essere prima di tutto un tributo a un artista straordinario.

Francesco Nardi detto Checco (1952-2013) è stato un artista totale: con il pennello, con il ready made, con la sua chitarra e la sua voce blues, con la parola poetica e spiazzante. Ha iniziato a dipingere nel 1970, seguendo un percorso da autodidatta e ottenendo un diploma di liceo artistico in età adulta, quando ormai il suo linguaggio formale era già maturo. La sua espressione visiva privilegiava l’utilizzo di tecniche miste, mentre la sua produzione viene suddivisa in tre fasi principali: il periodo della “pittura”, il periodo delle “installazioni” e il periodo delle “porte”. Ha sempre vissuto da artista libero e indipendente, mai asservito alla committenza o al mercato: spesso ha regalato le sue opere o le ha vendute per cifre irrisorie. Molto conosciuto e amato nel suo territorio (la marca trevigiana), ha esposto in personali e collettive in varie città italiane, suscitando ogni volta un grande interesse di critica e di pubblico. Poco prima di morire, i suoi capolavori sono stati esposti alla Halle Saint-Pierre di Parigi, all’interno della mostra dal titolo emblematico Banditi dell’Arte.

Costi

Evento gratuito


organizzazione: Pergine Spettacolo Aperto