Tridentum. Area archeologica di Palazzo Lodron

In seguito a lavori di ristrutturazione di Palazzo Lodron, nell’omonima piazza, è stato riportato in luce parte di un quartiere dell’antica Tridentum

Area archeologica di Palazzo Lodron, foto G.Zotta [ Archivio Ufficio beni archeologici PAT]

Nel sottosuolo di Palazzo Lodron, sotto l’omonima piazza, non lontano dallo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, sono stati riportati in luce e resi visitabili un tratto della cinta muraria della città romana, parte di una strada, i resti di una torre, di abitazioni private e di una bottega vinaria.

Le mura presenti nel sito sono quelle del tratto meridionale della città, dal lato interno. Sono visibili pietre, ciottoli, filari di laterizi e le buche pontaie (fori per inserire i pali di sostegno delle impalcature realizzate nel momento della costruzione). Vi sono anche le tracce di una torre che nel periodo di massimo sviluppo di Tridentum fu probabilmente trasformata in porta e più tardi tamponata, cioè chiusa.

Nell’area archeologica si cammina su un cardo minore (una strada secondaria, che corre in direzione nord-sud) lastricato con grandi basoli in pietra rossa di Trento e su marciapiedi in terra battuta delimitati da blocchi di pietra (crepidini). Sotto la strada si trova un collettore fognario per la raccolta delle acque bianche e nere che provenivano dalle abitazioni private. Gli scarichi erano poi convogliati nel fossato che correva lungo il perimetro esterno della cinta muraria.

Nel sito sono state riportate in luce anche tracce di abitazioni private, in particolare alcuni ambienti domestici di una domus, cioè una casa per le famiglie patrizie, e un sistema di riscaldamento a pavimento, simile a quello individuato nello Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Nel sito di Palazzo Lodron sono visibili i resti di due praefurnia, cioè le caldaie realizzate in laterizi, che servivano a riscaldare l’aria e ad incanalarla sotto i pavimenti delle stanze accanto.

Si è inoltre conservata una latrina a sedile, riferibile ad un edificio risalente al III-V sec. d.C. Si tratta di un gabinetto costituito da un piccolo ambiente con tre lati di muri con leggere sporgenze in corrispondenza di una canaletta fognaria. Probabilmente qui era appoggiata in origine una lastra di legno o pietra con un foro.

Nel sito sono state rinvenute anche le tracce di una bottega vinaria con una soglia di grandi dimensioni e sei impronte circolari, di cui quattro visibili, forse attribuibili alla presenza di tini o botti.

La scoperta è di particolare rilievo perché dimostra l’importanza che veniva attribuita al vino in età romana. A ciò si lega anche la presenza della copia di un monumento funebre, rinvenuto in Baviera a Passau nel 1981, in cui si fa riferimento a Publio Tenatio Essimno, un mercante di vino di Tridentum.

fonte Ufficio beni archeologici
visitabile: sì | adatto a: adulti - famiglie - studiosi - scuole

apertura

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L'area archeologica è momentaneamente chiusa al pubblico.

Note sull'accessibilità del sito

Il parcheggio indicato si trova in via Mantova. L'ascensore ha pulsantiera in Braille ed è attivo soltanto negli orari di apertura della banca che ha sede nel palazzo (info al numero 0461-211006). Dopo l’ascensore, dislivello di 2 cm; a seguire 2 gradini, uno di 5 cm ed uno di 7 cm. L’area è percorribile in parte.

Rilevazioni eseguite dal personale della Cooperativa HandiCREA


a cura di Ufficio beni archeologici