Museo della guerra bianca adamellina “Recuperanti in Val Rendena”
Il museo, curato dall’associazione culturale “Mostra Museale Permanente della Guerra Bianca Adamellina 1915-1918” raccoglie materiali emersi dai ghiacciai dell’Adamello-Carè Alto e documenti, cimeli e fotografie relative alla “guerra bianca”.
Il museo, curato dall’associazione culturale “Mostra Museale Permanente della Guerra Bianca Adamellina 1915-1918” raccoglie materiali emersi dai ghiacciai dell’Adamello-Carè Alto e documenti, cimeli e fotografie relative alla “guerra bianca”.
Il museo nasce nel 1973 da un’idea di Giovanni Pellizzari e Sergio Collini e si è arricchito negli anni con donazioni di privati; nel 2007 è stato ampliato ed è oggi ospitato nell’edificio delle vecchie scuole elementari.
Tra i reperti più significativi ci sono documenti relativi all’assalto al presidio austro-ungarico del Corno di Cavento: il diario originale del tenente Felix Hecht von Eleda, donato da Michele Ongari, e le foto del tenente Fabrizio Battanta che partecipò alla riconquista italiana della cima. Nella collezione spiccano la bandiera del 310° Battaglione Skiatori “Bella Eloisa”, il cappello dell’alpino Giovanni Rolandi e la bussola geodetica utilizzata dagli italiani per lo scavo della galleria di mina del Col di Lana.
Gli oggetti esposti raccontano la vita quotidiana dei soldati e dei civili, come le croci lignee realizzate dai prigionieri russi che venivano scambiate con la gente del paese per un pezzo di pane.
Il museo conserva anche un ricco archivio fotografico che raccoglie, tra le altre, le collezioni Martinelli e Anzelini.
Poco distante da Spiazzo, in località Gìo in Val di Borzago, si trova la cappella della Madonna del Rosario che conserva il mosaico dedicato alle donne militarizzate durante la guerra, voluto da Dante Ongari. Sempre in Val Borzago, in località Coel, si trovano i resti della stazione di partenza di una teleferica autro-ungarica. Dal Rifugio Dante Ongari - Carè Alto parte l’itinerario alpinistica che porta alla galleria austro-ungarica del Corno di Cavento. Il sito è stato liberato dai ghiacci e recuperato nel suo aspetto originario grazie al lavoro di Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia autonoma di Trento, Servizio bacini montani, Commissione Storica della SAT e Guide Alpine del Trentino.
Questo museo fanno parte della Rete Trentino Grande Guerra che promuove la collaborazione tra quanti coltivano la passione per la storia e la memoria di quelle vicende.