Palazzo Arzberg Freihaus

il vecchio maso “Broili” del barone Fortunato Madruzzo ad Arsio-Brez

La storia del palazzo iniziò nel 1587, allorché Carlo d'Arsio, padre di Cristoforo Oliviero, decise di acquistare dal barone Fortunato Madruzzo, maso “Broili” (i "broili" sono appezzamenti recintati siti attorno ad una struttura agricola) ad Arsio, un’ampia area agricola costituita da un'abitazione, campi, prati e vigne.

Nel 1627, Cristoforo Oliviero diede inizio alla costruzione del palazzo nobiliare, ricordato negli atti con il nome Arzberg , talvolta casa franca- Freihaus, in quanto dotato da parte Massimiliano Arciduca d’ Austria e Conte del Tirolo di vari privilegi, tra cui l’esenzione da qualsiasi imposta e del diritto d’asilo. Ultimato il palazzo vi abitò per poco, si trasferì poi a Revò a Palazzo Arsio. Alla sua partenza subentrò, suo figlio Corrado Orazio Conte d'Arsio e Vasio che visse qui per oltre 50 anni. Nel 1730 il palazzo venne ceduto al cugino Adamo d'Arsio, la cui linea familiare lo elesse come propria residenza fino ai primi decenni del XIX secolo.  Nel 1932, Rina von Edle Dessouvic – Arz, vedova del conte Paul Arz von un zu Arsio-Vasegg, vendette il palazzo alla provincia patavina dei Padri Francescani Conventuali. Nel 2005 venne acquistato dalla Cassa rurale di Fondo.

Dell’arredamento originale nel Palazzo ben poco rimane: un fornello ad olle a torretta e un cassettone in noce (entrambe con stemma d’Arsio) si trovano oggi a Castel Stenico, alcuni quadri raffiguranti ritratti di famiglia al Castel del Buonconsiglio, i quadri della via Crucis realizzati da Carlo Bonacina e due quadri ovali rappresentanti il Sacro Cuore di Gesù e di Maria opera di Mario Coraiola nel cavò della cassa rurale di Fondo.

Attualmente il Palazzo è stato dato in gestione al Gruppo Storico Culturale Arzberg Valle de Non APS -ETS che ha provveduto ad allestire le sale dell’edificio, distribuite su ben cinque piani, con arredi e suppellettili d’epoca riportandolo così agli antichi fasti di un tempo. Gli ultimi due piani della struttura ospitano opere di artisti locali e una ricca collezione antiquaria che raccoglie pezzi provenienti dalle più prestigiose dimore trentine quali Castel Valer e Castel Malgolo.

ESTERNO

Attraverso un ampio arco presentate in chiave di volta lo stemma dei conti Arsio datato 1726 e posto a livello strada era possibile un tempo raggiungere la corte del palazzo.

La facciata dello stabile è caratterizzata dalla presenza di tre ordini di finestre. A pian terreno sono presenti 5 finestre impreziosite da inferiate a motivi romboidali, al primo piano 6 finestre, ciascuna caratterizzata nella parte sommitale dalla presenza di un timpano. Anche il secondo piano presenta 6 piccole finestre sormontate da conchiglioni simbolo di nobiltà.

L’accesso al palazzo è consentito da un bel portale in pietra bugnato, con capitelli e basamenti finemente lavorati.

Lo stesso è caratterizzato dalla presenza di due pregevoli porte lignee. Ciascuna presenta due specchi simmetrici intagliati a motivi geometrici arricciati, quelli più in alto risultano essere di dimensioni maggiori e avere un decoro più suntuoso rispetto a quelli più in basso di dimensioni ridotte e di fantasia più semplice. Al centro si trova una colonna decorata presentante un capitello corinzio. Le due porte sono sormontate da una lunetta con decori a raggio di sole in legno e ferro battuto.

Ai lati del portale troviamo due panche in pietra con piedi arrotondati e scolpiti.
Nel 1955 la nobile dimora venne sopraelevata con l’aggiunta del timpano centrale arricchito da due finestre sopra le quali spicca una bella campanella in bronzo. Le decorazioni che impreziosiscono la facciata non sono originali ma frutto di ricostruzioni degli anni 80

Nel cortile si trova una fontanella, la colonna da cui zampilla l’acqua è materiale di recupero di provenienza ignota.

SEMINTERRATO

CAPPELLA DI SANT’ANTONIO E SAN FRANCESCO

Si trova nel seminterrato ed raggiungibile dall'atrio, varcando la porta dal telaio in pietra posta al lato dello scalone.
Superato un piccolo corridoio ad L con pavimentazione a mattonelle alterne bianche e rosse di epoca settecentesca, si scende una scala in pietra rivestita da assi in legno. A metà soffitto merita uno sguardo il decoro geometrico rappresentante un cerchio di colore nero il cui interno è diviso da una X.

Dal centro del cerchio fuoriesce una croce di colore rosso ai lati del cerchio sempre di colore rosso troviamo le lettere alfa e omega (inizio e fine).

Scesa la scala girando a destra si nota l’antico portone ligneo che dà accesso alla cappella. Le forme attuali sono d’impronta novecentesca, le rappresentazioni pittoriche vennero eseguite nel 1945 da Carlo Bonacina.

L’ambiente è diviso in tre spazi (nartece, navata centrale, presbiterio) il soffitto è a volta a botte. Il nartece è separato dalla navata centrale da un piccolo scalino sormontato da un arco dipinto. Partendo dal lato destro dal basso verso l’alto notiamo interessanti decorazioni rappresentanti simboli cristiani, le virtù cardinali e teologali.

Nel primo quadrante è raffigurato un libro su cui poggia un serpente che riflette la sua immagine in uno specchio (la prudenza), nel secondo una corona (Il potere spirituale), nel terzo un ancora intrecciata ad una corda (la speranza), nel quarto una pisside da cui fuoriesce un sole con al centro una croce che riporta le iniziali IHS (la fede), nel quinto una bilancia a due braccia (la giustizia), nel sesto una corazza (la fortezza), e nell'ultimo un anfora colma d’acqua (la temperanza). Sopra l’arco si trova la scritta” Laudate pueri dominu”

A chiusura del nartece vi è un ampio affresco raffigurante Sant'Antonio da Padova e la mula, opera
dell’artista Carlo Bonacina.

La tradizione narra che un eretico sfidò Antonio nel dimostrare la presenza di Cristo nell'eucarestia, promettendo che se ci fosse riuscito si sarebbe convertito. Loscamente l’eretico tenne segregata la  mula per alcuni giorni nella stalla, senza darle da mangiare. Il giorno della sfida la potò in piazza davanti alla gente e le pose d’innanzi un sacco di biada. A questo punto intervenne Antonio che mostrando l’ostia all';animale inizio a dirle : «In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno, tengo veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta venerazione». Antonio non fece tempo a finire di pronunciare queste parole che la mula abbassò la testa fino ai garretti e si inginocchiò davanti al sacramento del corpo di Cristo.

Un corridoio a mattonelle a spina di pesce percorre per intero la navata.

A metà navata, sulla destra si apre una cappella laterale a crociera caratterizzata dalla presenza di un altare a colonnine marmoree di colore verde sormontato da una nicchia con Statua di San Giuseppe che tiene in grembo il bambin Gesù. Sul lato destro dell’altare una porta da accesso ad piccolo oratorio dedicato alla Madonna di Pompei. Sul lato opposto alla cappella si trova una porta lignea impreziosita da piccoli vetri colorati con saldature in bronzo che consente di uscire verso l’esterno una volta saliti due gradini. Al centro della navata spicca un rosone.

La navata è chiusa all'arco santo che da accesso alla zona liturgica, il presbiterio. Sull'arco santo sono raffigurati simboli cristiani, partendo da destra salendo troviamo nel primo riquadro una fontana sormontata da una croce, il manufatto presenta quattro vasche una per lato da cui fuoriescono i quattro fiumi del paradiso (l’immortalità), nel secondo un pellicano che smembra il suo ventre per sfamare con il sangue i propri piccoli (la carità), nel terzo due spighe di grano e due tralci di vite che si incrociano tra loro disegnano una X da cui fuoriesce la lettera P (Cristo), i tralci presentano ciascuno un grappolo d’uva (l’eucarestia), nel quarto una croce ai cui lati stanno le lettere alfa e omega (inizio e fine), nel quinto l’ancora e la colomba che tiene nel becco un ramoscello di olivo circondata da due stelle (speranza e pace), nel quinto una brocca con incisa la scritta “Pacem Habem” e una X centrale da cui fuoriesce la lettera P (Cristo), i tralci presentano ciascuno un grappolo d’uva (l’eucarestia), nel quarto una croce ai cui lati stanno le lettere alfa e omega (inizio e fine), nel quinto l’ancora e la colomba che tiene nel becco un ramoscello di olivo circondata da due stelle (speranza e pace), nel quinto una brocca con incisa la scritta “Pacem Habem” e una X centrale da cui fuoriece la P (Cristo) sopra il manufatto poggiano due colombe, una per lato (il Battesimo), nel sesto un cesto colmo di pane da cui fuoriesce una croce, alla base sello stesso è raffigurato un pesce e sotto a questo troviamo la scritta IXOYC (Gesù Cristo) quest’ultimo riquadro simboleggia l’eucarestia.

A corona dell’arco santo troviamo la scritta “Adveniat Regnum Tuum Eucaristicum”.

Il presbiterio raggiungibile salendo un gradino è caratterizzato dalla presenza di un altare di fattura semplice, sullo stesso sono appoggiate le reliquie di San Celestino. Si conserva la grande teca lignea all'interno della quale si trova il teschio del Santo con corona d’oro incastonata da gemme preziose e altre reliquie di Santi impreziosite da gioielli, ai lati della stessa sono presenti altri due quadretti con reliquie sacre appartenenti ad altri santi della Chiesa. Le reliquie, vennero donate dalla Chiesa a Giovanni Emanuele d’Arsio e traslate nel 1675 nella cappella di San Celestino a castello San Giovanni, sito a monte del paese.

Nel 1824 vennero trasferite nella cappella di Palazzo Arzberg.

A chiusura della zona liturgica, alle due estremità, troviamo altre rappresentazioni pittoriche, sulla destra è raffigurato San Francesco d’Assisi e sulla sinistra Sant'Antonio da Padova che tiene in mano il messale e il giglio simbolo di purezza. A lato di ciascuno dei due Santi sono raffigurate le basiliche che ne ospitano i resti mortali. A centro della parete in una nicchia è posto il tabernacolo, alla sua destra la statua della Vergine.

Una porta, posta sulla sinistra del presbiterio consente l’accesso alla sacrestia. Nel sovraporta è dipinto uno scudo presentante al centro una croce rossa da cui pendono piccoli pendagli e una corona impreziosita da gemme preziose nella parte sommitale. La sacrestia è distribuita in due ambienti voltati illuminati da una piccola finestrella. All’interno dei locali sono conservate tuniche, pianete, piviali e stole ottocentesche.
Sul lato opposto alla porta che da accesso alla sacrestia una ampia finestra a mezza luna illumina il locale. La finestra è realizzata con piccoli vetri colorati uniti tra loro da una saldatura in bronzo.

PIANO TERRA

ATRIO

Varcata la porta d’ingresso troviamo l’atrio diviso in tre ambienti separati tra loro da due archi. L’arco che divide la porzione iniziale da quella centrale è arricchito da stucchi al centro troviamo un grande fiore e ai
lati motivi a catena.

Le 6 porte che si aprono sull’atrio sono caratterizzate dalla presenza di interessanti cornici lignee. Cinque sono sormontate da stucchi settecenteschi stile Luigi XVI. Le due porte laterali all’ingresso presentano stucchi speculari rappresentanti motivi vegetali raffiguranti un grande stelo centrale e rami piegati a pastorale ai due lati, quella che da acceso alla cappella una ghirlanda a ramoscelli d’alloro intrecciati mentre la porta che conduce alla sala del canto presenta al centro un grande vaso ovale dalle cui estremità fuoriescono due ramoscelli presentanti piegamento a pastorale e terminanti ciascuno con delle foglie d’edera, sul ramoscello di destra notiamo un delicato uccellino mentre su quello di sinistra un pappagallino che canta. Lo stucco settecentesco che abbelliva il sovrapporta della sala di lettura è andato perduto.

Un secondo arco caratterizzato al centro da stucchi vegetali intrecciati e ai lati motivi a greca, separa l’ambiente più interno dell’atrio dal giro scale che consente di accedere ai piani superiori. Al lato dello scalone è situata la porta che permette di raggiungere la cappella del palazzo. Sul lato posto la porta che permette di raggiungere le cantine e le ex prigioni caratterizzate da un antica pavimentazione a ciottolato.

La pavimentazione è realizzata a piastrelle in graniglia. Noievole è il fornello ad olle qui ricostruito e il
cassettone in noce biondo.

SALA DELLE PROPRIETA’ DEI CONTI ARSIO
Attraverso un percorso espositivo ci fa conoscere le proprietà appartenute ai conti d’Arsio situate nelle zone circostanti.

CUCINA
Custodisce gli elementi tipici che caratterizzavano un tempo le cucine delle nostre nonne, la piattaia provvista di secchiaia e la stufa a legna nochè una ricca collezione di utensili

SALA DEL GRANO
Al suo interno trova spazio una ricca collezione di utensili legati alla lavorazione del grano e dei cereali, quali lo sgrana pannocchie e i bastoni mieti grano, nonche una veccia madia per la conservazione delle farine.

SALA DELLA LANA
Conserva gli utensili impiegati per la lavorazione della lana e alcuni antichi lavori a maglia. Dal locale è possibile accedere a un piccolo stanzino (SALETTA DELLA LANA) che custodisce i filatoi impiegati un tempo per la filatura della lana, un arcolaio, un pettine per la lavorazione del lino e un’antica macchina da cucire.

SALA DEL CANTO
Il locale è accessibile dall’atrio, attraverso la porta opposta all’ingresso, durante la fase di recupero del palazzo è stato interamente ricostruito.
Presenta soffitto a volta a botte caratterizzato da vele delimitate da una doppia cornice di colore rosso
lungo il perimetro.
Unico elemento originale sembra essere solo il cornicione a stucco dipinto alternativamente con colori giallo, bianco e rosso (colori dei conti Arsio), posto al centro del soffitto. Al suo interno è stato ridipinto lo stemma della famiglia Arz o Artz, due leoni rampanti in argento che si danno la schiena e cavalcano le onde del fiume argentato in campo rosso. I due felini sono sovrastati da un elmo su cui poggia un grifone con capo piumato.
I pavimenti lignei a motivi geometrici realizzati a contrasto con legno chiaro e cornici scure, i pannelli che
foderano la stanza impreziositi da pilastrini intarsiati e le 3 porte che si aprono sul locale sono opera di
ricostruzione.Due ampie finestre delimitano la stanza.
Degno di nota è il cassettone settecentesco finemente intarsiato, le maniglie e le mostrine in bronzo sono
state aggiunte in epoca successiva.
La porta posta sulla sinistra dell’ingresso dà accesso alla sala da pranzo della famiglia Arzberg.

SALA DA PRANZO
L’accesso è consentito direttamente dalla sala del canto.
La volta è a costoloni ed è impreziosita da vele, delineate lungo il perimetro da una doppia sottile cornice di colore rosso.
L’ambiente risulta essere rivestito da pannelli lignei originali, presentati ciascuno delicate cornici e divisi a due a due da colonnine finemente lavorate. I pannelli sono impreziositi da un cornicione nella parte
sommitale.
Attraverso un pannello mobile posto in un angolo del locale è possibile accedere ad un piccolo bagno. Oltre alla porta d’ingresso nel locale se ne apre una seconda della medesima fattura della prima.
La luce viene garantita attraverso due finestre poste l’una di fronte all’ingresso e l’altra alla sua destra.

SALA DELLA MUSICA
Custodisce un salottino proveniente da villa Moggioli a Povo e un pregiato pianoforte.

BIBLIOTECA
Presenta un’interessante volta a crociera, al suo interno si conserva un armadio che custodisce pubblicazioni inerenti la storia locale e degli ex sovrani dell’impero austroungarico e italiano.

SALA DEGLI SPECCHI
Con pareti interamente rivestite da specchi, custodisce due interessanti sedie di metà ottocento ed una credenza di inizi novecento.

SALA DI LETTURA
E’ accessibile dalla porta a fianco a quella che dà accesso alla cappella, nell’atrio del palazzo. Lo stucco che la sormontava non risulta essere più leggibile.
La stanza presenta una volta a crociera sostenuta da armoniosi capitelli tinteggiati a calce e da cornici a stucco che corrono a metà altezza lungo tutte le pareti. Al centro del soffitto è posto un grande medaglione a stucco, al suo interno è dipinto un piccolo rosone floreale d’impronta ottocentesca.
Caratterizzano l’ambiente due piccole nicchie arrotondate nella parte sommitale, poste ai lati dell’ingresso.
Lungo le quattro pareti della stanza sono presenti ulteriori nicchie con volta a movimenti geometrici, all’interno delle quali venivano riposti i mobili che arredavano la stanza. Le tinte che decorano l’ambiente
sono di color nocciola.
Sul lato opposto all’ingresso due finestre garantiscono una buona illuminazione al locale.
Prima di lasciare l’ambiente meritano un occhio la novecentesca credenza dai vetri opacizzati, il divano biedermeier di inizi ottocento e il fornello ad olle.

PRIMO PIANO

SCALONE
L’accesso al piano nobile è garantito da un ampio scalone in pietra a bassa alzata che sale dall’atrio. Il soffitto della prima rampa è impreziosito da delicati stucchi vegetali a rami d’olivo intrecciati mentre quello della seconda rampa da un ramoscello con piegamenti a pastorale e terminante a becco di pappagallo.

Tra le due finestre del mezzanino è situata un interessante colonnina in marmo rosso, sormontata da un capitello corinzio arricchito da foglie di acanto e caratterizzato su ciascun lato dalla presenza di un fiore.
Questo elemento architettonico sicuramente faceva parte di un antico altare.
Sempre nel mezzanino è Interessante il pavimento a scacchiera presentante mattonelle alterne in pietra bianca e rossa di Trento, degni di nota sono pure gli stucchi che impreziosiscono il soffitto i rappresentanti due delicati fiori racchiusi ciascuno in una spirale vegetale.

CORRIDOIO
Dal corridoio è possibile accedere al salone delle feste, alla camera da letto delle contessine, all’oratorio e alla camera da letto della contessa Rina d’Arsio.

Le tre porte lignee che si aprono sul ambiente sono di color bianco con specchi rimbombati e presentano telaio con cornici in legno dipinte a motivi in finto marmo marrone. La porta del salone delle feste e quella della stanza dal letto delle contessine sono sormontate da stucchi a fasce vegetali. Uno stucco di medesima fattura lo troviamo a corona della porta d’ingresso della stanza da letto della contessa, sita a lato dello scalone.

Il soffitto è impreziosito da stucchi suddivisi in quattro scene. Nelle due poste all’estremità sono rappresentanti due rami d’olivo intrecciati mentre nelle due centrali cornici vegetali ovali con al centro un delicato fiore. Sfortunatamente gli stucchi negli anni 50 sono stati tagliati da una parete divisoria realizzata per creare l’atrio di accesso alla stanza da letto della contessa.

In quell’occasione venne sposta pure la porta con cornice in legno dipinta a finto marmo che consentiva l’accesso alla stanza e collocata al centro del tramezzo.

La pavimentazione seicentesca è alla palladiana a colori bianco, nero e rosso. Nel corridoio di notevole interesse è la cassapanca ottocentesca e il grande quadro che la sormonta. Attraverso una seconda rampa di scale in pietra è possibile accedere ai piani superiori. Salendo si può notare il soffitto caratterizzato lungo i lati dalla presenza di una sottile cornice astucco.

STANZA DA LETTO DELLE CONTESSINE D’ARSIO

E’ posta sul lato sinistro del corridoio.
Il soffitto è caratterizzato dalla presenza di una grande cornice in stucco a motivi geometrici che percorre l’intera stanza, all’ interno della stessa ne è custodita una seconda che segue specularmente lo stesso motivo della prima lungo i lati più lunghi mentre movimenti tondeggianti lungo quelli più corti.
Negli anni 50 in un angolo della stanza venne realizzato un bagno, sfortunatamente l’innalzamento delle pareti comportò il taglio del grande stucco posto a decoro del soffitto.
Lungo la parte sommitale delle pareti l’intero perimetro della stanza è caratterizzato dalla presenza di un
cornicione a stucco.
Nella stanza sono presenti due finestre una sul lato corto che la chiude e l’altra sul lato lungo opposto
all’ingresso.

ORATORIO DELLA CONTESSA RINA D’ARSIO

Dall’atrio è possibile accedere ad un moderno bagno ricavato all’interno di un piccolo locale presentante soffitto a stucchi (in parte tagliati) caratterizzato dalla presenza di una cornice ovale racchiusa all’interno di
un rettangolo dagli angoli smussati.

STANZA DA LETTO DELLA CONTESSA RINA D’ARSIO

Vi si accende dal corridoio del primo piano, sul lato destro dopo aver superato un piccolo atrio. La porta che
consente l’accesso la stanza è sormonta da uno stucco a fascia vegetale della stessa fattura di quelle che
sormontano le porte del corridoio.

E’ d’impronta ottocentesca, dipinta con tinte tenui.
Al centro del soffitto campeggia un ampio cornicione dalle forme tondeggianti riempito al suo interno di
colore nocciola.

Lungo tutto il perimetro del soffitto troviamo una decorazione a stucco a motivi geometrici, una cornice percorre per intero l’intera stanza nella fascia superiore, lo spazio che intercorre tra questi due elementi è riempito da intonaco color nocciola. Sul lato opposto all’ingresso sono presenti due finestre.

Di notevole interesse il mobilio ottocentesco, in particolar modo i due letti e il divano nonché il quadro
della Madonna della Seggiola.

SALONE DELLE FESTE
L’accesso è consentito dalla porta centrale posta al centro del corridoio.
Degna di nota è la pavimentazione alla palladiana, che decora l’ampio salone, elemento originale seicentesco del palazzo.
Al centro del pavimento troviamo un fiore incorniciato da sfarzose cornici dalle forme geometriche e vegetali tinte di nero lungo il perimetro e riempite di rosso.
A chiusura dei due lati corti del salone troviamo ulteriori elementi decorativi rappresentanti motivi a pastorale lungo le estremità, nodi intrecciati, gocce e figure romboidali riempite di rosso nella parte centrale.

Una stretta cornice lineare di colore nero delimita l’intero perimetro del locale.
Sul salone si aprono cinque porte bianche con specchi rimbombati e caratterizzate da un telaio con cornice lignea a motivi in finto marmo di colore marrone, poste due su ognuno dei due lati lunghi e la quinta al centro della parete corta attigua all’ingresso.

Ciascuna porta è sormontata da delicati stucchi della medesima fattura, al centro troviamo un mascherone da cui fuoriescono tre ramoscelli terminanti ciascuno con dei mazzi di rose, alle due estremità uno stelo di lino.

Due ampie finestre sul lato corto del locale offrono una buona illuminazione all’ambiente.

Su un lato del salone si nota ancor oggi la cornice in pietra della bocca di alimentazione di un fornello ad Olle oggi conservato a Castel Stenico. Un fornello è stato oggi ricostruito nell’ambiente.

Pregiato il mobilio che l’arreda in particolar modo la credenza ottocentesca scolpita a mascheroni e il la cassapanca settecentesca.

CAMERA DEL VESCOVO
Internamente rivestita da stoffe di colore rosso e arredata con mobili d’impronta ottocentesca.

STUDIO DEL CONTE PAUL D’ARSIO

Custodisce un bel mobilio ottocentesco rappresentato da un piccolo scrittoio, un secreter e un armadio
vetrato in noce.

CAPPELLA PRIVATA DEI CONTI ARSIO

E’ scrigno si preziosi argenti liturgici settecenteschi e di un antico crocefisso legno ottocentesco.

CAMERA DA LETTO DEL PRETE

Conserva al suo interno un bel letto di squisita fattura e un crocefisso settecentesco.

CAMERA DA LETTO DEL CONTE CRISTOFORO OLIVIERO D’ARSIO
Ospita mobilio ottocentesco.

CAMERA DA LETTO DEL CONTE CORRADO ORAZIO D’ARSIO

Di notevole fattura sono i letti con decori floreali e l’armadio pregevolmente lavorato.

CAMERA DA LETTO DEL CONTE ADAMO D’ARSIO

Al suo interno si nota un’interessante cassettone settecentesco finemente intarsiato a motivi floreali e due letti accompagnati da comodini di squisita fattura.

CAMERA DA LETTO DEL MAGGIORDOMO
Presenta il letto gemello a quello conservato nella camera da detto del prete.

STANZA DEL THE’
Antico luogo di ritiro delle Contesse d’Arsio, qui si possono notare alcuni interessanti servizi conservati
all’interno dell’armadio inizi novecento.

NURSERY
Al suo interno si notano i manichini della balia e dei bambini in abiti d’epoca.

STANZA DEI BAMBINI
Attraverso la seconda porta posta sulla destra del salone, è possibile accedere ad una stanza che non presenta alcun interesse artistico ma da qui girando a destra e oltrepassato un piccolo corridoietto si ha accesso una stanza di pregiata fattura.
Il soffitto è interamente ricoperto da una grande cornice in stucco a motivi geometrici con interessati nodi lungo gli angoli e motivi a cuspide al centro di ciascun lato. Al centro della stessa troviamo un’ulteriore
sfarzosa cornice che racchiude un’area di colore nocciola. Un cornicione a stucco percorre il perimetro di tutta la stanza lungo la parte sommitale delle pareti.

Nella stanza sono presenti due finestre una sul lato corto che la chiude e l’altra sul lato lungo opposto all’ingresso, una terza finestra posta accanto alla prima risulta essere tamponata.

Si pregevole fattura sono i lettini dei bambini.

SCALONE SECONDO PIANO

In pietra consente di raggiungere il secondo piano del palazzo, il mezzanino conserva una pavimentazione
ottocentesca.

SECONDO PIANO
I corridoi, le sale (SALA DELLE ARTI I, SALA DELLE ARTI II, SALA DELLE ARTI III, SALA DELLE ARTI IV, SALA
DELLE ARTI V, SALETTA ESPOSIZISIONI ARTISTI TRENTINI IV) e il salone (SALONE DEGLI ARTISTI TRENTINI)
sono atte alla valorizzazione degli artisti locali trentini (pittori, scultori).

Atre sale (SALETTA ESPOSIZISIONI ARTISTI TRENTINI I, SALETTA ESPOSIZISIONI ARTISTI TRENTINI II,
SALETTA ESPOSIZISIONI ARTISTI TRENTINI III) all’esposizione di antichi arredi provenienti dalle più
prestigiose dimore storiche trentine quali Castel Valer, Castel Malgolo, Villa Larcher, …

Attraverso una scala novecentesca si accede al terzo piano.

TERZO PIANO
Il salone (SALA MOSTRE TEMPORANEE) e l’attigua stanza in legno (SALETTA ESPOSIZISIONI ARTISTI
TRENTINI V) sono atte alla valorizzazione di artisti trentini.

maggiori info:http://www.arzbergvalledinon.it/

Curatore delle ricerche: Mirko Ceccato

apertura

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica
13.00-17.00