L'Olocausto nel confronto fra generazioni
Un percorso, fisico e virtuale, tra i “fotogrammi della memoria" e, a seguire, il film When people die they sing songs, proposti il 27 gennaio alle 21 presso il Teatro San Marco
Il cortometraggio Auschwitz on my mind di Assaf MacHnes, Israele 2012, ci mostra un gruppo di ragazzi ebrei israeliani in visita ad Auschwitz. Gli intensi discorsi degli adulti sembrano fare poca presa su una generazione che non è nuova a manifestazioni di insofferenza nei confronti della retorica di celebrazioni che ai loro occhi appaiono rituali, svuotate di significato. A un passo dalle baracche e dalle camere a gas, gli adolescenti bevono birra, si confidano, parlano di sesso. Nei luoghi dello sterminio, questi giovani “indifferenti” vivono e si innamorano.
Auschwitz on my mind è (anche) una testimonianza eclatante della necessità sociale, fatta propria dal cinema, di ripensare il modo di fare memoria. Ma come siamo arrivati a questo punto, e in quali direzioni si è sviluppata la storia di quello che è diventato anche un “genere” cinematografico, il cosiddetto Holocaust movie?
Da questa domanda prende impulso la proposta dell’associazione BiancoNero che, in collaborazione con l’associazione Deina Trentino Alto Adige, con il sostegno del Comune di Trento, per l'occasione del 27 gennaio propone un percorso, fisico e virtuale, tra i “fotogrammi della memoria”.
Il ricordo della Shoah, infatti, passa (anche) attraverso luoghi e immagini. Quanto sappiamo o crediamo di sapere di quella storia, in particolare, è spesso mediato, anche al di là della nostra consapevolezza, dal linguaggio cinematografico. Sarà questo il tema del laboratorio di educazione all'immagine proposto ad un gruppo di giovani partecipanti al progetto Promemoria_Auschwitz: un'occasione per ripercorrere una vicenda che dal dibattito del dopoguerra sulla “indicibilità” dell'Olocausto arriva alle nuove sfide della trasmissione della memoria a fronte della progressiva scomparsa dei testimoni diretti dello sterminio, fino a quando, tra pochi anni, “rimarremo soli a raccontare l’orrore della Shoah” (David Bidussa, Dopo l’ultimo testimone, Einaudi 2009).
Saranno proprio i ragazzi a restituire il loro punto di vista al pubblico e alle scuole. La serata, aperta a tutti, proporrà un confronto tra generazioni, persone, esperienze attorno alle clip più significative del lungo dialogo tra cinema e Olocausto, a cominciare dalla celebre sequenza spielberghiana della bambina con il cappotto rosso, vera “icona pop transnazionale”, com'è stato scritto, assunta a simbolo dell'innocenza travolta dal male assoluto.
Il programma si concluderà con la proiezione del film “When People Die They Sing Songs” (LINK ALLA SCHEDA FILM: http://www.religionfilm.com/it/film/when-people-die-they-sing-songs-it), dall'archivio del Religion Today Filmfestival, in collaborazione con il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani. Un film di struggente umanità che nel rapporto tra una donna e la madre, scampata alle persecuzioni, ci introduce al cinema della “postmemoria” e al tema del rapporto con la Shoah delle seconde generazioni; ma ci avvicina anche alla storia dimenticata dei campi di lavoro di Sidi Al Ayachi e Bou Arfa in Marocco.
L'ingresso è libero.
18/01/2016