Castello di Roccabruna - Palazzo del Municipio
Il Castello di Fornace fu la casa madre dei Roccabruna.
Inizialmente fu una residenza fortificata in stile romanico: un aggregato di case e casamenti con torre. Nel 1191 si cita la Torre di Fornace, ma non ancora un castello; la fortezza assunse forma castellana dal XIV secolo. Nel 1380 Jacopo ed Enrico de Rocabruna lo ottenne come feudo fiduciario. Alla morte di Giacomo VIII (1735) il castello passò ai Gaudenti: Anna Caterina, sorella di Giacomo – scomparso senza eredi – sposò Antonio Gaudenti (Roccabruna-Gaudenti, cfr. stemma sopra Porta Torre).
Modifiche e lavori operati nei secoli su Castel Fornace:
- XIV secolo: alcuni rifacimenti (es. merlatura).
- XVI secolo: il castello, in condizioni modeste (es. torre crollata), diviene sontuoso, rifondato dai f.lli Gerolamo e Giacomo sotto la guida di architetti lombardi. Una fontana, oggi a Villa Salvadori a Gabbiolo di Povo, era presente nella corte interna. Vari caminetti interni, affreschi, quadri, pitture, mobili pregiati.
- XVIII-XIX secolo: passaggio ai Gaudenti prima e ai conti Giovanelli poi. Le truppe napoleoniche lo danneggiano.
- 1851: l’incuria è ormai evidente (crolli parziali). I Giovanelli lo vendono al Comune (assieme alla chiesetta di S. Rocco) per 3.300 fiorini. L’edificio occupa ancora tutto il dosso e vi è il mastio. Nel 1854 inizia la demolizione: cinta murarie, zona semi-crollata, merlatura cinquecentesca, fontana, caminetti, muri... L’ala nobile viene abbassata di un piano. I mobili, le travi del coperto e dei piani divisori diventano legna da ardere per le famiglie. Scompaiono gli affreschi, tra cui uno del 1540 di Domenico Riccio “Brusasorci” (1516-1567). La calce copre le decorazioni a fresco. Pietre, portoni e arenarie del castello sono tuttora presenti presso alcune abitazioni del paese. Alcune tele presenti nel castello si trovano oggi a Villa Margone a Ravina di Trento, ad esempio un ritratto e un albero genealogico con vista su Fornace nel XIX secolo. Il parroco, don Antonio Schmidt, protesta contro il Comune per lo scempio. La zona sopravvissuta viene destinata a canonica, scuola elementare, sede comunale, cassa rurale, sede del coro parrocchiale, caseificio, ambulatorio medico, magazzino dei pompieri. Per avere una prospettiva di Castel Roccabruna a metà Ottocento, si può osservare un bellissimo disegno a punta d’argento composto da Johanna Isser-Grossrubatscher composto nel 1837.
I Sindaci degli anni Settanta, Ottanta, Novanta del Novecento procedettero al restauro del Castello grazie anche a finanziamenti P.A.T. Dal 25 maggio 1992 è prestigiosa sede municipale. Dell’antico castello rimangono oggi la porta-torre, l’ala orientale, un angolo di corte a portico e loggia. Due feritoie rettangolari e strombate si spalancano ai lati della porta-torre, sulla facciata della quale si trovano due mensoloni calcarei per appoggiare la caditoia per la difesa del castello. L’orologio solare, restaurato, risale a tempi antichi. Prima del rifacimento, esso aveva colore rosso sbiadito e i numeri romani. Sulla grande facciata dell’ala di mattina, che ogni dì osserva il sorgere del Sole, si scorgono ancora le tracce della merlatura precedente al rifacimento cinquecentesco.
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Modalità di accesso
L'accesso non presenta barriere architettoniche ed è ben segnalato